Cava de’ Tirreni: verso le amministrative

Aldo Bianchini

Alle 16.00 in punto parte la seduta del consiglio comunale di Cava de’ Tirreni, una seduta che secondo alcuni segnerà le future sorti della città metelliana. Pochi secondi e l’atmosfera subito si elettrizza. Alfonso Laudato chiede a sorpresa la sospensione della seduta per dieci minuti per una riunione urgente del suo gruppo. Rapida consultazione, breve sosta ed alle  16.25 riparte l’avventura. Si riapre con una battuta di spirito, ma non troppo, del consigliere Maddalo che dichiara di volersi candidare con il PdL in considerazione del fatto di aver appreso che finalmente a Cava è stato costituito il gruppo unico del Popolo della Libertà. Lo ringrazia ovviamente il capogruppo Laudato che cerca subito di eliminare i tempi morti del dibattito per arrivare subito alla discussione delle dimissioni del sindaco Gravagnuolo. Prima sorpresa proprio all’inizio con Assia Landi che vota contro la sua stessa maggioranza sul problema dell’abbattimento di uno stabile per far posto alla costruzione ex novo del teatro comunale cavese: appena sedici a tredici per la maggioranza. Il sindaco illustra, a grandi linee, il piano triennale (ed anche annuale) di opere pubbliche; interviene qualche consigliere e il primo cittadino ribatte punto su punto alle varie osservazioni che vengono dall’aula. Due agenti della polizia municipale assicurano l’ordine pubblico nell’aula; simpatico il cosiddetto cambio della guardia, quasi come nell’Inghilterra elisabettiana; ogni trenta minuti gli agenti vengono sostituiti da altri colleghi per il necessario riposo. Ovviamente tutti gli interventi dei consiglieri di maggioranza (i famosi sedici) sono tutti di elogio verso l’operato del sindaco, compreso l’intervento del consigliere Scarlino sull’utilizzo delle palestre scolastiche. Iacopucci plaude al grande lavoro svolto dalla maggioranza per favorire gli investimenti a favore dell’occupazione e del benessere della città. “E’ stato l’investimento più importante nella storia dell’amministrazione comunale cavese” ha rimarcato Iacopucci ringraziando a chiare lettere il sindaco Gravagnuolo.  Il piano triennale viene messo ai voti: sedici favorevoli e dodici contrari, assente un consigliere della minoranza per essersi allontanato dall’aula. Si passa all’illustrazione del bilancio di previsione per il 2010 da parte dell’assessore Salsano. Prende la parola anche l’assessore De Rosa per chiarire che ogni anno la giunta Gravagnuolo ha sottoposto insieme al bilancio preventivo anche un bilancio “a latere” inerente tutta l’azione che l’amministrazione stessa intende svolgere in materia di turismo, cultura e commercio.  Ogni anno, continua De Rosa, la giunta ha portato alla luce un piano con distinti obiettivi nei tre distinti settori molto importanti per la vita e la crescita dell’economia cavese. Soltanto alle 17.30 arriva in aula l’avv. Fabio Siani recentemente nominato commissario liquidatore del Consorzio Bacino Sa/1.  C’è un po’ di maretta per la prolissità di De Rosa ma in definitiva sta illustrando un allegato molto importante al bilancio preventivo. Votazione sull’emendamento di Salsano (aggiunta di 470mila euro al bilancio); sedici a favore e quattordici contrari; la minoranza cresce. Lo stesso esito si ripete per l’approvazione del bilancio preventivo generale il risultato è di sedici a favore contro quattordici contrari: il bilancio è immediatamente esecutivo. Molti consiglieri escono ed entrano, le consultazioni si fanno sempre più frenetiche. Nessuno, probabilmente, ha inteso essere l’autore della mancata approvazione del bilancio, strumento essenziale per la vita della città. Si vota poi per lo statuto della nascente società Esco in materia di ambiente: sedici favorevoli e undici contrari. Effetto ovviamente delle assenze momentanee. Sorpresa generale, per l’approvazione della “carta giovani” c’è unanimità dell’assemblea, almeno dei consiglieri presenti nel numero di ventisette. Si passa poi alla votazione per la modifica del regolamento per l’attribuzione dei contributi, si registra l’unanimità dei presenti. E arriva il momento più atteso: le dimissioni del sindaco. Prende  la parola Luigi Gravagnuolo. “Intendo spiegare alla città il perché delle mie dimissioni pur in presenza di una maggioranza coesa”, seppure aggiungo per la cronaca legata al voto soltanto di sedici voti. “Le mie dimissioni sono soltanto l’atto più saggio per tutelare il bene di Cava” continua Gravagnuolo che aggiunge “nel 2005 rappresentavo una novità politica che mi spinse a candidarmi e vincere nel 2006 in una coalizione di partiti come candidato di tutti”. Legge Gigi Gravagnuolo per non farsi tradire dall’emozione. “Accettai patti e condizioni, anche sulla nomina partitica delle deleghe agli assessori” aggiunge il sindaco dimissionario “ho ricevuto il consenso da oltre diciottomila elettori nel ballottaggio, mai avevano riportato tale risultato i partiti della coalizione, c’era dunque un valore aggiunto ed è giunto il momento di valutare questo quid aggiuntivo”; nel silenzio assoluto continua e dice “non c’è in Campania nessuna amministrazione che ha prodotto il mio lavoro e che va avanti in simili circostanze politiche” ed evoca Gravagnuolo le vicende giudiziarie che mai lo hanno scalfito ma che hanno altrove prodotto danni irreparabili come la vicenda vissuta da Mario De Biase a Salerno per non parlare del governo nazionale Amato. “La concomitanza tra il Millennio e la scadenza del mio mandato poteva dare la stura a polemiche e velenosi sospetti di voler utilizzare il millennio per la mia campagna elettorale e questo, anche questo, mi ha indotto a passare la mano”. Fa anche un accenno alla sovranità popolare ed al rispetto che si deve a chi vince le elezioni, principio che a Cava non è stato rispettato. “La Margherita diede subito segnali contrari alla mia amministrazione e ci vollero alcuni mesi per placare i bollenti spiriti del nemico in casa. Il capogruppo della Margherita (Antonio Barbuti !!) quando passò all’opposizione contestò anche gli atti da lui stesso proposti e firmati”. Per non parlare di Alfonso Senatore (ex Udeur) e della sua svolta ad U continua Gravagnuolo ed afferma di aver avuto netta la sensazione ed anche forti segnali che l’opposizione avrebbe fatto di tutto per far saltare l’organizzazione del Millennio; la conferma gli venne dall’assenza improvvisa dei due ministri Carfagna e Bondi dalla presentazione ufficiale del programma. Aveva avuto la conferma verbale dai due ministri e il comune prenotò anche la sistemazione alberghiera allo Scapolatiello; ma quel sabato 11 ottobre del 2008 i ministri non si presentarono e il vile atto si consumò. Il sindaco accusa anche Alfredo Messina di averlo sempre e brutalmente contestato anche sulla costruzione del nuovo teatro cavese per timore che l’opera potesse portare nuovi consensi al suo sindacato. Anche le elezioni provinciali scorse sono state utilizzate per un processo in contumacia contro il sindaco, afferma Gravagnuolo. Dal 7 luglio 2009, da quando cioè si è incontrato con Cirielli alla Badia, secondo Gravagnuolo nessun passo avanti è stato fatto. “Cava ha bisogno di un sindaco pienamente legittimato e libero da ogni condizionamento e tutto questo deve venire dal voto popolare”, ci sono anche altre ragioni per andare  al voto e la vicenda del cambio della giunta di fine novembre è l’indicazione che non è più possibile aspettare l’azione dei partiti, anche perché il ventaglio dei partiti è radicalmente cambiato rispetto al 2006, “Oggi ci presentiamo con un’amministrazione di progetto non più semplicemente legata ai partiti”. Da qui, aggiunge il sindaco, la necessità di una maggioranza minima di venti consiglieri per garantire autonomia ed azione decisa e convinta. “Cava ha diritto ad un sindaco libero e non ostaggio di nessuno”. Un lungo e convinto applauso saluta il sindaco dimissionario. Il consigliere Antonio Barbuti accusa chiaramente il sindaco di aver praticato relazioni dalla doppia faccia seminando sospetti e chiacchiericci su chi portava avanti una legittima opposizione. Non accettò alcun incarico in giunta perché non intendeva essere coinvolto in un progetto che non condivideva e che non aveva cotributo a creare perché tenuto lontano dagli accordi preventivi perfezionati dal gruppo che faceva capo all’on. Antonio Cuomo. “Mi auguro –ha detto Barbuti– che a Cava  non ci sia più un sindaco come De Luca”. Alfonso Laudato (capogruppo PdL) parte lancia in resta contro il Presidente del Consiglio accusandolo di essere stato di parte e suddito del sindaco. “Lei sindaco è un uomo solo contro tutti” ha aggiunto Laudato. La nostra unità, ha continuato Laudato, è dovuta al senso civico del rispetto della città- Per quanto attiene il millenium hai sbagliato tutto cercando di nascondere i meriti del governo e sei stato punito –ha aggiunto Laudato-: del potere non ti interessa proprio niente, sai fare solo tempeste a ciel sereno. “La nostra campagna elettorale era certamente basata contro il sindaco, ma era la convinzione che ci veniva dallo scontento della gente, degli elettori”. Secondo Laudato la città di Cava deve evitare che Gravagnuolo diventi la quinta colonna del progetto De Luca. Ricorrendo, poi, ad una frase di bartaliana memoria Laudato ha sentenziato: “E’ tutto da rifare”. Si sfiora la sceneggiata quando prende la parola Fabio Siani; il sindaco si allontana dall’aula e Siani si ferma e dopo qualche minuto si allontana nervosissimo. Poco dopo il sindaco rientra in aula, si dirà che era impegnato in alcune interviste televisive. Dopo una breve interruzione prendono a parlare diversi consiglieri, Naddeo, Iacopucci, Prisco, Assia Landi Sorrentino e Palumbo. Giovanni Baldi e Luigi Napoli, della minoranza, mettono in evidenza le scorrettezze del sindaco e contestando punto su punto alcune dichiarazioni rese da Gravagnuolo alla stampa difendono a spada tratta il presidente Cirielli. Poi lentamente la seduta si avvia mestamente alla conclusione. L’atteggiamento della maggioranza sembra arrendevole, quello della minoranza invece incalzante. Il verdetto, ovviamente, alle urne a meno che il sindaco uscente entro il 19 gennaio non ci ripensi e riesca a trovare la maggioranza di venti consiglieri. Impresa sinceramente molto difficile. Si chiude così, la prima consiliatura di Luigi Gravagnuolo.

 

 

3 pensieri su “Cava de’ Tirreni: verso le amministrative

  1. Nutro profonda ammirazione per la decisione di Gravagnuolo, il quale pur avendo i numeri per amministrare, di fronte ad un comportamento non politico dell’opposizione ha dato le dimissioni. Ma questa volta il centro destra cavese ha sbagliato i conti. Difatti l’intenzione era quella di sfiduciarlo a marzo e far commissariare il Comune. Ma visto che Gravagnuolo è molto ma molto più intelligente di loro li ha anticipati, facendo comprendere alla città chi è lui e chi sono gli altri. Ma il bello inizia ora. Il centro sinistra candiderà Gravagnuolo, ma chi candiderà il centro destra ? Un uomo della Carfagna, uno di Cirielli, uno di Nocera dell’UDC? E se è uno di loro chi sarà mail il prescelto visto che ognuno di Loro ha 3 o 4 opzioni ? Ritengo ne vedremo di Belle: fra Accarino, Napoli, Baldi, Galdi, Messina, Laudato e chi più ne ha più ne metta. Insomma che dire: Auguri

  2. Non credo che sia come dici tu, caro Antonio.
    A me sembra che Gravagnuolo nn stesse governando, ma cercando di mantenere insieme i pezzi della sua Amministrazione con la colla, ossessionato sempre più dal progetto del MILLENNIO.
    La colla gli è finita e così l’amministrazione si è sfasciata.
    Ormai i numeri per governare c’erano solo su carta, ma non c’era una coesione di programma e di idee.
    é stato intelligente da dimettersi prima che lo facessero cadere, per dare uno smacco all’opposizione che comandava lui, ma sarebbe ugualmente caduto a Marzo e cosa più grave con la sfiducia dei suoi.
    Almeno così dimostra di avere ancora poter racimolare un pò di fiducia nel popolo, ma non più del 20%.

    SPOSIAMO L’IDEA DEL CAMBIAMENTO

    forza NAPOLI

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