Morire…ubriacati!

di Rita Occidente Lupo

Paese che vai, usanza che trovi. Se in Italia, il Capodanno sonnecchiante, per la lunga notte di San Silvestro, in altri luoghi, dal sonno non ci s’ è svegliati. A Mosca, il primo dell’anno, aperto su una vera e propria strage domestica. Fiamme di fuoco, avviluppanti persone stordite dall’alcool, hanno portato alla tomba anche astemici. Tenendo presente che  le strutture abitative russe, non privilegiano materiali in cemento. Il legno, se da un lato conferisce l’identikit rustico, dall’altro offre il fianco all’infiammabilità. Il 2010, apertosi su ben 127 decessi, a causa d’ incendi prevalentemente  domestici. Anche se la cifra regredita, rispetto agli anni precedenti, comunque una notevole mole di vite umane, sottratte all’esistenza  proprio nel segno della speranza di un nuovo anno. I fiumi d’ alcol, coniugati a mancata osservanza delle norme antincendio nelle dimore, non a norma, killer senza tregua. Misure di maggior sicurezza saranno poste in essere dal prossimo anno, cercando di vigilare specialmente sull’ubriacatura di circostanza che, se nel popolo moscovita è routinaria, si tinge di peculiare ebbrezza proprio in occasione di Festività. Al posto dei fuochi pirotecnici, vodka a volontà. Temprando i rigori della neve e scaldando l’euforia per un nuovo anno, non solo la convivialità. Il fuoco delle dimore, che abbaglia la notte dell’entusiasmo, spesso preoccupa anche confinanti che, più sobri nell’ebbrezza e meno inclini a lasciarsi andare smodatamente, riescono a fermarsi in tempo, prima di alzare il gomito deleterio. Chiedendo alla vita, di poterla ancora gustare, specialmente con le incognite di un nuovo anno.