Il fuoco…di Rosarno!

di Rita Occidente Lupo

E la rabbia esplode. Nella tutela dei propri diritti. Quella di Rosarno, una situazione che si trascina da anni. E che vede il caporalato, sulla pelle dei circa 2000 Africani, migranti per le diverse colture nel Meridione italiano. In condizioni disagiate, sfruttati al massimo della resistenza fisica, 15€ al giorno, stipati in una ex fabbrica vicino alla Rognetta. Clandestini, nell’ombra di un’illegalità che fa comodo ai datori di lavoro, stagionalmente costretti a vivere in condizioni igienico-fisiche, forse peggiori di quelle del proprio Paese d’origine. San Nicola Varco docet! Analogo il disagio che dal gambale italico sprigiona carenza d’idonea accoglienza allo straniero. L’occhio della clandestinità, sempre più acuto nel puntare al risparmio, in termini di barccia agricole. Dopo gli scontri con la popolazione autoctona, imbarcati verso centri d’accoglienza. Impallinati, picchiati e contusi dalle risse, che li hanno registrati protagonisti,  poco spazio sotto il nostro cielo. Nell’ incresciosa vicenda, la voce anche del Vaticano, che s’è fatta sentire in merito al riconoscimento dei diritti umani. Resta solo da capire quanto reggeranno ancora tali immigrati alla reclusione che, in ogni caso, comporta la permanenza momentanea in un centro d’accoglienza. E soprattutto se, passato il boom del momento, Rosarno che vede nello sfruttamento agricolo, l’alba di conflitti post bellici, non continuerà a servirsi di tali unità lavorative, per economizzare.

Un pensiero su “Il fuoco…di Rosarno!

  1. Ho la sensazione che tutto quello che è successo a Rosarno era da aspettaeselo e che poteva accadere in qualsiasi zona dell’Italia.
    Sinceramente, non ce l’ho con gli extra comuntari, mi pare che la colpa debba necessariamente ricadere su chi fa entrare nel nostro paese tanti stranieri e di chi prende “la palla in balzo” per sfruttare questi poveracci che sono giunti in Italia per avere una vita migliore.
    Credo che non si abbia ancora capito che vi è una enorme carenza di case dove neppure i cittadini nati e cresciuti in questo paese riescono a trovare un buco dove dormire a prezzo contenuto, figuriamoci come se la deve cavare un povero cristo che arriva da altrove. Vi è anche la sacrosanta questione dello sfruttamento: lavoro in nero e a paghe stracciate che imbruttiscono ancora di più il cuore di detti stranieri.
    Quando andai da emigrante negli USA, è vero che non trovai anima che mi avesse steso una mano, ma trovai subito una stanza da fittare ( e ne trovai subito una in ogni Stato che mi trasferii) sempre a prezzi contenuti rispetto al guadagno. In quel Paese , essendo poco colto, feci sempre lavori umili nei ristoranti, ma ebbisempre una paga regolamentare e con i dovuti contributi per una eventuale pensione. Insomma : diritto e doveri. Razzismo? Neppure per sogno. Ero considerato una persona di pari dignità con tutti i cittadini di quella Nazione.
    Forse, vi è tanta gente che non ha ancora capito quali sacrifici fa un povero emigrante. L’Italia, secondo il mio punto di vista, non è affatto ingrado di accogliere ulteriori stranieri. Non abbiamo i mezzi per accoglierli ed abbiamo una vasta disoccupazione nel rango dei nostri giovani e dei meno giovani che languano per poter sfamare la propria famiglia.

I commenti sono chiusi.