Stranieri a scuola, il 30%

di Rita Occidente Lupo

Ridotto al  30% il numero di allievi stranieri che, dal prossimo anno, occuperà i banchi scolastici italiani. Al fine di poter favorire un corretto inserimento. Recentemente, l’esplosione immigratoria, ha portato anche una rivoluzione nella geografia scolastica autoctona. Con tutti i problemi annessi. Vale a dire, la difficoltà di molti, di apprendere facilmente la lingua italiana e di poter pareggiare con i coetanei. Inoltre, la disomogeneità nel gruppo classe, con ricadute in termini di rallentamento sull’intera azione didattica. Esorcizzando classi- ghetto e creando davvero premesse affinchè l’apprendimento nel nostro Paese, rispetti le origini e le tradizioni. Nonché la stessa religiosità. Ovviamente la riforma sarà avviata gradualmente, a partire dal prossimo anno.  Un’integrazione che darà i suoi frutti, nel momento in cui, accenterà la diversità come ricchezza, in una comparazione attiva con altre culture. Per favorire l’apprendimento e la comprensione della lingua italiana, corsi ad hoc. Di qui anche l’input alla proposta d’ introdurre “Classi d’inserimento”, cosa ben diversa da quelle differenziate di un tempo. Un modo per gettare le premesse propedeutiche all’approccio vero e proprio con i contenuti metodologici delle disparate discipline curriculari. E per far sì che, tutti gli allievi, anche i più meritevoli, possano nutrire quei doverosi scatti di promozione valutativa, che encomiano sempre l’impegno e l’operosità. Insomma una scuola che accoglie anche il diverso. Che rispetta lo straniero, ma che non smarrisce la sua identità, confondendosi con un mosaico multiculturale, nella mancanza di rispetto della propria etnìa.