Profezia ed astrologia

don Marcello Stanzione

 Diciamo subito che per quanto riguarda “gli oroscopi”, se si intende quelli dei giornaletti o di alcune riviste mensili, o quello delle radio libere o della tv penso che senza dubbio tutti i seri cultori di astrologia siano d’accordo con la denuncia del Catechismo: ogni disciplina conosce servitori buoni e meno buoni e ben venga la messa in guardia contro i ciarlatani che sfruttano la stupidità del popolino e delle donnette. Contro la vacuità degli oroscopi dei quotidiani c’è la famosa storiella di un giornale americano a vasta tiratura che fu costretto a pubblicare una locandina precedente degli oroscopi giornalieri che già aveva pubblicata perché il nuovo materiale non era giunto in tempo per la stampa, ma poiché nessuno dei lettori del giornale si lamentò di una qualsiasi imprecisione, l’editore concluse che poteva ben risparmiare il costo dei nuovi oroscopi, riutilizzando sistematicamente quelli vecchi! L’oroscopo del giorno, trasmesso ogni mattina o ogni sera dalle varie televisioni crea un danno alla vera sapienza astrologica. Il problema si risolverebbe solo con corsi di studi astrologici a livello universitario che durino anni e con esami rigorosi per divenire consulenti astrologi così come oggi si fa per diventare psicoanalisti, o medici psichiatri. Inoltre, dovrebbe essere applicato rigorosamente un codice deontologico professionale con gravi sanzioni pecuniarie e disciplinari per coloro che si prestano a fare “l’oroscopone” quotidiano sui giornali ed alla tv. Per quanto riguarda poi la condanna generale dell’Astrologia  da parte del “Catechismo Cattolico” del 1993, bisogna dire che il Catechismo è un genere letterario particolare, a tale riguardo molti teologi cattolici autorevoli, ed anche dei vescovi si sono espressi contro la stesura di simili opere perché a proprio a causa del “suo genere letterario” spesso si offrono definizioni dogmatiche e morali lapidarie che non approfondiscono i problemi e quindi si può essere facilmente accusati di superficialità nel trattare problemi teologici ed etici. Una cosa è certa il Catechismo condanna l’astrologia intesa come forma di divinazione, cioè come curiosità sui fatti che accadranno nel futuro più o meno immediato. Nell’antichità bisogna riconoscere che l’astrologia fu spesso considerata come una scienza essenzialmente divinatoria che consentiva di conoscere o di predire il futuro. La credenza popolare diffusa accorda generalmente fiducia all’idea che esista un destino inesorabile, un fatum, come dicevano gli antichi. Di fronte a questo destino il libero arbitrio sarebbe limitato e qualche volta inesistente. Malgrado il suo impegno personale egli sarebbe costretto a seguire un cammino che è già stato stabilito. Marco Manilio che scrisse sotto Augusto e Tiberio il poema didascalico in esametri “Astronomica”, in cui è trattato l’influsso degli astri sul destino degli uomini, affermò: “Il destino governa il mondo, l’universo è retto da una legge inflessibile”. Ora è evidente che a causa di questo determinismo astrale la Chiesa si oppose con forza a tutti coloro che pretesero di spiegare i comportamenti umani invocando un rigoroso determinismo planetario. Questo modo di intendere l’astrologia evidentemente era in rotta di collisione con la dottrina cristiana che privilegiava l’aspetto della grazia e della libertà.