Il cardinale Martino: “Presepe, guai a profanarlo!”

Rita Occidente Lupo

Il Natale, intriso di spiritualità. Alla luce del messaggio di Betlemme, nella semplicità ed essenzialità d’una Grotta. A riguardo, incisivizzante il colloquio col cardinale Renato Raffaele Martino,  salernitano d’origine.  Dopo tanti anni di servizio nella diplomazia vaticana nelle Nunziature di Nicaragua, Filippine, Libano, Canada e Brasile, pro-Nunzio in Thailandia, Delegato Apostolico in Singapore, Malaysia, Laos e Brunei, nonchè Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite di New York , presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace dal 2002 e presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, lo stop. Una vita al servizio della Parola e della Chiesa. Alla vigilia dell’ultima Eucarestia,  che concelebrerà col Papa, al termine del suo mandato, qualche scambio di battute. Contro le sedicenti mode del tempo, sabotatrici del presepe, rivisitato anche con personaggi gay o contemporanei, il suo parere… Natale, l’incipit della storia della salvezza. Con la nascita di Gesù, l’inizio del piano redentivo di Dio, che non ha nutrito intenzioni vendicative dopo il peccato originale. La promessa della salvezza, concretizzata dall’Incarnazione prima e dalla Crocifissione dopo. Maria, strumento di salvezza, donna che schiaccia la testa al serpente, mediatrice col suo sì al processo di rinascita, di misericordia divina. Grati a San Francesco che, a Greggio, volle riproporre nel 1200 il messaggio vivente del Natale. Alcuni addirittura hanno collocato tra i personaggi presepiali dei gay. E’ d’accordo? Sputi in aria, che ritornano all’origine di chi li crea. Ciò non intacca il Mistero. Sterili tentativi d’abbattere la grandezza dell’evento, si risolvono in mere stupidaggini. Solo compassione  per chi attenta alla  sacralità del Natale ed alla  sua rivisitazione attraverso il presepe, profanando la famiglia di Nazareth. Contro l’incalzante e bombardante arrembaggio della transessualità, la Chiesa come reagisce? La libertà individuale, è il più grande dono che Dio ha fatto all’uomo, pur sapendo che sarebbe stata spesa male. Ognuno arbitro del proprio agire secondo coscienza e nel dettato dei comandamenti. La Chiesa è pronta ad aiutare chi intende ravvedersi, come rimarca il Santo Padre, che proprio recentemente ha tratteggiato l’incisività del sacramento della Penitenza, ultimamente un po’ trascurato. La pillola abortiva, uno dei capisaldi del laicismo imperante… Un vero e proprio assassinio. Esecrabile Erode che, con la strage degl’innocenti, soffocò centinaia di minori al di sotto dei due anni: cifra inferiore ai 5 milioni d’aborti che si registrano annualmente. L’adozione della 194, legittima un omicidio bello e buono. Giustizia e pace: binomio ancora attuale? La pace, dono di Dio che va coltivato, senza attenderla dai capi di stato: ognuno deve seminarla nel suo piccolo Occorre saper donare pace, amore, solidarietà. Questo il messaggio che anche il Pontefice lancia a proposito della giornata mondiale della Pace. Al termine del mio mandato a riguardo, la pace, stile di vita, inizia dal creato e comporta il rispetto per la natura. Solo se da piccoli educati a tutelare l’ambiente, si può vivere in armonia col mondo.”