Cilento: un patrimonio tra l’incuria generale

 Roberto De Luca

Una giornata piovosa. Il vento nel pomeriggio apre uno squarcio nel cielo, spazzando qualche nuvola fosca e permettendo, a chi ne abbia voglia, di fare due passi nelle vie semideserte del centro di Sala Consilina. Mediante una rapida ricognizione delle abitazioni vuote e di quelle abitate si ha un’idea di quanto possa essere illogica la scelta di rilasciare concessioni edilizie a profusione per nuovi insediamenti in zone non urbanizzate. Al di sopra dell’ex Convento dei Cappuccini, a seguito del sacrificio di non poche pregiate piante di ulivo, sorge “Sala2”, un quartiere del tutto nuovo, formato da villette a schiera che si snodano, quasi prendendone il posto, su una costa della montagna che ospita la via che porta da Sala Consilina al santuario di San Michele Arcangelo. In località S. Antonio è ormai tutto un fiorire di nuovi edifici lungo la via statale, fino allo scheletro di cemento che sembra sovrastare i binari abbandonati della ferrovia e che dà, da decenni, il benvenuto a coloro i quali, uscendo dalla famigerata autostrada SA-RC, svoltano a sinistra. A Trinità di Sala Consilina, sull’altro versante, la speculazione edilizia ha già fatto il pieno nei decenni scorsi, rimpiazzando il centro del paese come zona commerciale. Posta sulla statale, sottoposta a traffico automobilistico intenso, Trinità è indubbiamente più facilmente raggiungibile dai tanti pigri automobilisti. Nel centro della cittadina, intanto, molte abitazioni restano vuote e alcuni esercizi commerciali sono costretti a chiudere. Adesso, invece di correre ai ripari, valorizzando l’immenso patrimonio immobiliare del centro storico, si dice che bisogna costruire parcheggi anche nelle residue zone verdi. Tuttavia, un piano del traffico serio e ben studiato, con qualche intervento sulla viabilità, potrebbe far rivivere il centro di Sala Consilina, in un ruolo magari anche diverso da quello ricoperto negli anni scorsi. E il bello in tutto questo è che, mentre si concedono permessi a costruire a destra e a manca, sopra e sotto, si fa un torto proprio al centro storico (forse nemmeno accorgendosene). Anche la sede storica del Comune di Sala Consilina, posta nella ormai snaturata Piazza Umberto I, è stata abbondanata per occupare un palazzaccio sulla statale, ex sede del Tribunale, ora ospitato a Trinità, in località Sagnano in un secondo palazzaccio, ancora più degno di questo nome della sede precedente. Il punto è allora che non è solo attraverso la costruzione di nuovi parcheggi che si può salvare l’economia e la vivibilità del centro storico di Sala Consilina. Bisognerebbe, innanzitutto, fare in modo che non si abbandonino le abitazioni del centro mediante una serie di incentivi al restauro delgi immobili disabitati e mediante agevolazioni alle giovani coppie che decidessero di fittare o di acquistare là un appartamento. In secondo luogo, attraverso uno studio decoroso, bisogna trovare dei veri rimedi, anche innovativi, per rendere più accessibili le vie del centro, non necessariamente intasandole con il traffico automobilistico. Bisognerebbe inoltre rendere appetibile l’investimento in nuove attività, anche ricettive o ricreative, proprio in quegli immobili che adesso sono abbandonati al loro destino. In ultimo, bisognerebbe fare tutto ciò anche in previsione di un recupero delle magnifiche tradizioni del posto e di alcuni egregi attuali tentativi di rivalutazione attraverso alcune (non tutte!) sagre cittadine: una serie di strutture alberghiere a basso budget e a bassissimo impatto, come nei casi dei paesi-albergo sorti nell’Umbria. D’inverno si potranno così ospitare professionisti o funzionari che ancora, quotidianamente, si recano con le loro macchine sul posto di lavoro e d’estate si potrà rendere piacevole una vacanza per chi, adesso nelle Americhe o in altri luoghi, ha lasciato Sala Consilina da anni. Riguardo a quest’ultimo tema, il Comune potrebbe, anche attraverso le liste dei residenti all’estero, ristabilire legami culturali con tutti quei salesi che adesso risiedono permanentemente all’estero. Ma il mio è fiato sprecato, sembra già di sentire. Avrei detto queste cose in altri ambiti, se me ne fosse stata data l’occasione. Dico, per rispetto a quei Trecento (lasciatemi usare la maiuscola) che mi hanno dato fiducia, queste cose per tutti gli abitanti di Sala Consilina. Da ultimo, tuttavia, proprio a proposito di patrimonio urbanistico e ambientale, altre vicende poco chiare assillano la mente dei cittadini del Vallo, come quella del cosiddetto ecomostro di Sassano, mio paese di nascita e di residenza. La rappresentazione dello “scheletro bianco” ha vinto il primo premio nel concorso fotografico “Nonsolopuntaperotti” (edizione 2009) organizzato dai VAS con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente: una struttura di cemento inverosimilmente grande, che nel futuro dovrebbe ospitare la nuova casa comunale, posta nel mezzo del centro storico di Sassano. E che dire della vicenda del boschetto paleo-palustre, sito di pregio ambientale, così come riconosciuto dalla “Carta di destinazione d’uso del territorio” redatta dalla Comunità Montana nel 2003 con i soldi dei contribuenti, finiti inutilmente, in questo caso, nelle tasche dei consulenti, perché adesso là si sta costruendo una zona industriale? A volte ci si chiede perché da qualche palazzaccio non sia mai giunta nemmeno una flebile voce per dire basta con queste illogiche intraprese e per ridare, a quanti sono ancora in possesso di un minimo di buon senso, una parte della loro dignità di cittadini. E ci si domanda se è ancora lecito chiedersi ciò in questa putrida palude sociale, dove ormai si attenta alla natura con i bulldozer cingolati per spaccare le montagne anche a 1100 metri sul livello del mare, in pieno Parco Nazionale, proprio mentre qualcuno pensa che sia tutto normale e che tutto venga fatto per il bene dell’Umanità. Ma è solo una parte dell’umanità, quella danarosa e rancorosa, che non disdegnerebbe nemmeno di investire, avendo minacciato nei fatti di farlo, un padre e la sua bimba al transito, mano nella mano, in una strada della cittadina di Sala Consilina. Quella stessa umanità che, forse, con i danari pubblici e la pubblica inerzia o connivenza, vorrebbe fare speculazione edilizia in uno dei posti più belli della vallata. Dai palazzacci, intanto, nemmeno flebili voci e una sola certezza: l’imbarbarimento progressivo del vivere civile, in conseguenza del quale chi difende la natura è un nemico da abbattere con tutti i mezzi e chi specula sui terreni o li inquina con i rifiuti tossici è un benefattore.

 

 

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