Salerno: Festival musica antica Haendel incontra Purcell

Lunedì 21 dicembre, nel Complesso Monumentale di Santa Sofia, alle ore 20,30, ritorna l’Associazione Koinè, presieduta dal medico e clavicembalista Gianvito Amoroso, con il suo Festival di Musica Antica, organizzato da Carmine Mottola, giunto alla sua XXII edizione. Il cartellone, realizzato con il sostegno della Provincia di Salerno e nello specifico dell’Assessorato per le Pari Opportunità di Anna Ferrazzano, dell’Amministrazione comunale, e della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, è dedicato interamente a Georg Friedrich Haendel. Ad inaugurare la rassegna sarà l’ensemble “Armonia delle Sfere” composto dal soprano Miho Kamiya, dal flautista Daniele Salvatore, da Stefano Rocco alla tiorba e chitarra barocca e dalla clavicembalista Silvia Rambaldi. Il programma della serata, dal titolo “Sweeter than roses”, indagherà sulla presenza di Haendel sulla scena inglese e cercando di sciogliere il dilemma tra giudizi critici che proclamano l’autore erede diretto di Henry Purcell, autentico compositore inglese e altri che considerano Haendel un emigrato tedesco che, divenuto una incontrastata istituzione nazionale, minacciò di distruggere la cultura musicale inglese, impedendo a chiunque, col suo straordinario prestigio, di farsi portavoce della musica nazionale. Il programma sarà interamente dedicato ai due autori di Haendel verranno eseguite le arie “Flammende Rose” e “Meine seele” realizzate in una scrittura melodica lirica, a volte melismatica e tre cantate, “Nel dolce oblio, di cui si potrà ascoltare l’originale con l’accompagnamento del flauto, “Mi palpita il cor”, un fine esempio di vocalismo barocco e la cantata spagnola “No se menderà jamas” composta a Roma nel 1707, interessante per il suo aspetto ritmico che alterna frequentemente accentuazione binaria e ternaria. Ad Haendel risponderà il Purcell di “Sweeter than Roses”, “O, O let me Weep!” e “If music be the food of love”, brani di avvincente semplicità che si servono di un linguaggio melodico assai differente da quello corrente in Francia e in Italia, tanto da giustificare la definizione di Britannicus. In questi songs noteremo la musica interpretare vivamente il senso del testo, dimostrato rispetto per l’accentuazione delle parole con le quali coincide perfettamente. Del corpus di musica strumentale dei due autori verrà proposta la Sonata in Fa Maggiore op I/II HWV 369 per flauto dolce e basso continuo riflettente la genialità della sonata italiana a tre, nella quale le parti superiori si intrecciano in melodie fluenti o in fioriture di stile imitativo, mentre il basso le controlla perennemente vigile. Di Henry Purcell, che occupa un posto a parte fra i contemporanei per l’uso estremamente abile delle alterazioni melodiche e per le numerose pagine in cui la linea melodica si dispiega con crescente intensità, sarà invece eseguito un Preludio per flauto e un Ground per clavicembalo e tiorba. Quest’ultimo introdurrà il concetto di variazione deriva dalla prassi della “diminuizione” ossia dall’uso di abbellire le composizioni diminuendo le note di una certa lunghezza in valori più rapidi, consuetudine è certamente collegata all’antica prassi dell’improvvisazione che Purcell e Haendel, raccogliendo la tradizione rinascimentale, portarono ad un livello eccelso