La politica… fa piangere

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Le lacrime, atto di debolezza umano! Una fragilità emotiva, passabile per il gentil sesso, quasi come un vezzo. Per gli uomini, tutt’altro: sterile decadimento della personalità. Del maschilismo vincitore. Piagnistei, robetta di donnicciole, per commuovere i più coriacei e strappare favori! Tanti uomini nascondono il volto, quando le pene sono insormontabili. Spesso, celano quelle per la morte della propria madre. Ma per la politica, tutt’altra storia. In tanti a sperimentarne le difficoltà, spesso assedianti compromessi non barcamenabili. Le lacrime, solo al buio. La storia, piena di buchi neri. Di morti sospette. Di delitti tutt’altro che eccellenti. Quello di Aldo Moro, che Giovanni Falcone aveva intuito esser opera di menti raffinatissime. Di mandanti che, In Via Fani, avevano già sentenziato la sorte dell’apostolo del pentapartito. Del fine tessitore di una democrazia bilanciata tra le parti. Oggi, di Moro, tanti ricordi, rinserrati tra il fumo di Brigatisti  affumiganti più i singoli, che lo Stato. Il momento clou, arriva per tanti. La caduta da cavallo, quando si è in sella e si crede di dover restare eternamente in groppa al successo. La politica, digrigna i denti, per andare avanti. Soffoca le lacrime, per le sconfitte. Per le delusioni. Per il crollo degl’ideali, in cui si crede. Uno slogan trito e ritrito “Politica-servizio”, che nella realtà dei fatti, miete i suoi martiri. Coniugandosi con egoistici tornaconti. Non sfioranti minimamente gl’interessi della gente comune. Alla quale, però, in onore d’urne, si chiede senza ritegno il consenso, strappandolo con fallaci promesse. Tanti politici, però, nell’inversione di rotta: capaci di credere ancora di poter mutare le sorti delle nazioni, col proprio impegno. Idealisti di una società in cui solo dal basso, si può sperare nella rinascita. In troppi, a restar fuori, delusi. Giungendo al suicidio dell’Ortis, di foscoliana memoria. O al lento decadimento del proprio entusiasmo. Lacrime in pubblico, mai! Chi non riesce a reggere certe tensioni, pensa addirittura di porre fine alla propria vita, se la politica ha divorato spazi ed affetti, ritmi e rapporti umani. La storia smaglia i suoi militi. Qualcuno, invischiato in maglie più grosse delle proprie energie. Memorial inquietanti: tre uomini di potere, suicidi poche ore prima di andare ad affidare la loro versione dei fatti dinanzi alla magistratura: Sergio Castellari, direttore delle Partecipazioni Statali, Gabriele Cagliari, presidente dell’Eni e Raul Gardini, il più importante industriale della chimica italiana. Recentemente, il tentato suicidio dell’ex sindaco di Angri, Giampaolo Mazzola, che qualcuno ha voluto confondere con altre motivazioni non di matrice politica! Sfiduciato dalla sua stessa maggioranza e poi tradito dai suoi compagni di partito!Un sistema che può …anche uccidere!