Youtube e le colpe degli adulti
Ho avuto modo di apprendere, con una certa soddisfazione, che l’ex magistrato Antonio Di Pietro si è espresso in merito al processo che vede coinvolta la società di Mountain View. Recentemente Google ha assorbito il celebre, nel bene e nel male, YouTube. Il cliccatissimo sito di condivisione video è stato spesso oggetto di polemiche ed anche di inchieste che hanno portato a processi, come quello che riguarda il filmato del 2006 in cui si assiste ai maltrattamenti di un ragazzo down da parte di alcuni compagni di classe. Nel mio articolo, pubblicato su Dentro Salerno lo scorso 24 giugno intitolato “Il lato oscuro di Youtube”, affermavo: “Questo processo, a mio parere non è attuabile, per il semplice motivo che la responsabilità dell’indicizzazione del video non è di Google, ma di YouTube. Infatti, il funzionamento di Google, consiste in un crawler, cioè un programma che indicizza automaticamente il web. Questi crawler, possono bloccare l’indicizzazione di un contenuto web, solo se il proprietario lo ha bloccato con un file robots.txt, cioè, un file che contiene delle regole specifiche sull’indicizzazione di contenuti. Quindi la responsabilità è, mio avviso,di YouTube, quella di oscurare i video shock e di bloccarli direttamente mediante robots.txt, cosicché il crawler di Google non lo avrebbe indicizzato. E poi è da notare che, oltre alla responsabilità di YouTube, Google non può modificare il corretto funzionamento del crawler, per bloccare l’indicizzazione di contenuti che, il proprietario di YouTube non ha bloccato.” Antonio Di Pietro ha affermato che: “I magistrati non hanno conoscenza tecnica dei meccanismi che regolano il funzionamento di Youtube” (fonte ANSA 29 novembre 2009). La sentenza farà storia, in ogni caso aiuterà ad arginare il fenomeno del cyber-bullismo.