Criminalità giovanile: i tanti Davide

 avv. Maria Teresa de Scianni Pres. Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia – Avvocati di  Famiglia – Sez. Salerno

 In riferimento all’articolo “Napoli, giovani dietro le sbarre”, commento che purtroppo Davide è solo uno dei tanti, tantissimi ragazzi vittime di una società che non ha più riferimenti, non ha più regole certe e che, soprattutto, usa sempre più il criterio della “delega”.Sì, perchè se Davide ha vissuto il suo dramma per il quale è in attesa di giudizio è anche perchè la sua famiglia, che lui ha imitato alla perfezione, ha “delegato” la società, la scuola, i catechisti e quant’altri ad educarlo e ad insegnargli ciò che è bene e ciò che è male. Sia chiaro, nessuno può dare, con assoluta tranquillità, una risposta certa a queste domande, ma è certo che “è bene, non fare male all’altro”!!! dove altro è ognuno di noi! Ma, purtroppo, anche la società, che è formata da tutti noi, ha delegato al responsabile di turno l’educazione e l’insegnamento di una strada da seguire al povero Davide. La Scuola non è un’entità astratta, ma è formata da docenti, cioè da persone che, come tutti, non sono sempre all’altezza del proprio compito, che magari hanno essi stessi bisogno di aiuto per capire la strada da seguire, per poterla a loro volta indicare. Tuttavia così continuando non se ne verrebbe più fuori, allora quello che ognuno di noi dovrebbe cominciare a fare, se non l’ha già fatto, è un esame di coscienza e, smettendola di giudicare questo o quello per i suoi errori, cominciare a valutare i propri e, guardandosi dentro, trovare, anzi ritrovare quei valori che avevano i nostri nonni sì, perchè forse dobbiamo andare oltre la generazione dei nostri padri, ritrovare il senso del rispetto, dell’obbedienza, della sacralità della famiglia, della libertà come bene supremo ma non come prevaricazione dell’altro la mia libertà finisce dove comincia quella dell’altro, ritrovare il senso di responsabilità, dell’impegno, del dovere e del piacere nel fare il proprio dovere, il senso del pudore come rispetto di sè, innanzitutto, il rispetto dei ruoli e delle funzioni, perchè siamo tutti uguali, tutti abbiamo pari dignità sociale ma ognuno va considerato e rispettato anche per il ruolo che occupa e per ciò che rappresenta. Un professore che fa il suo dovere, anche se sbaglia, non va accusato in presenza dell’alunno, il quale deve rispettarlo a prescindere dal fatto che egli abbia o meno commesso un’ingiustizia, poi da parte gli si parla e gli si chiede contezza del proprio comportamento… il genitore deve imparare a dire più no, e contemporaneamente prendersi l’impegno di spiegare il NO. Questo pesa, toglie tempo e soprattutto impegna il genitore a cercare e trovare una spiegazione plausibile che possa essere accettata e, anche se amaramente, rispettata dal figlio. E’ facile dire, “sì, va bene!”sempre e comunque in quel momento non si è fatto altro che “delegare” alla fortuna, all’amico, alla scuola il compito di dare una risposta ad un comportamento che, se positivo e costruttivo, troverà probabilmente l’altrui approvazione, ma se negativo e distruttivo, potrà avere amare conseguenze che ricadranno tutte sulle spalle e nella vita dei vari Davide. Di chi la colpa? di tutti e di ciascuno di noi! cominciamo a parlare e ad ascoltare i nostri figli, i nostri alunni, i nostri parenti, i nostri amici e come diceva Madre Teresa di Calcutta :”è una piccola goccia nel mare, ma se non ci fosse, quella goccia al mare mancherebbe!!! ”
 

 

 

2 pensieri su “Criminalità giovanile: i tanti Davide

  1. Cara Presidente, condivido le tue considerazioni, ma non posso fare a meno di sottolineare che sei stata troppo severa con i docenti, una categoria di professionisti sotto-pagata e che lavora talvolta in condizioni a dir poco disastrose. Purtroppo in tutte le categorie esistono le mele marce, anche tra gli avvocati,ma è pericoloso generalizzare. Ti posso garantire che lavorano nella scuola tanti docenti qualificati, che solo per la loro vocazione riescono ancora ad esercitare il munus docendi. Sono pienamente d’accordo sulla ricerca dei valori antichi e soprattutto sulla valorizzazione della famiglia, il vero pilastro intorno al quale costruire lo sviluppo delle future generazioni. Con affetto, Luciano Provenza

  2. Carissimo Luciano,
    sono pienamente d’accordo con te, e, per carità, non volevo accusare i docenti, tutt’altro! sono persone come tutti noi e tra loro, anzi la maggior parte di loro è composta da persone qualificate e dedite al lavoro che fanno con passione. Ti assicuro che lo so bene perchè anch’io ho, per vari motivi, a che fare con loro. Tuttavia come tutti, sono fallibili e tra loro, come tra noi avvocati e tra i medici e tutti i professionisti in generale ci sono quelle che giustamente chiami “mele marce”. Il problema sorge quando queste mele si moltiplicano! Dicevano gli antichi “la mela marcia fa marcire anche le altre… non succede mai il contrario”
    Allora, senza colpevolizzare nessuno in particolare, facciamo tutti quell’esame di coscienza e cominciamo dalle nostre famiglie, poi dalle nostre scolaresche e via, via, da tutti coloro con i quali abbiamo, a vario titolo, a che fare! Un gradino per volta, con buona volontà, e chissà, potremo consegnare un futuro un tantino migliore a chi verrà dopo di noi!
    Grazie anche a te.
    Con stima e affetto.
    Maria Teresa de Scianni

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