Bracconaggio a Mercato San Severino, la denuncia del WWF

Ciò che è successo nella giornata di sabato mattino ha dell’incredibile, se non fosse che gli eventi raccontati, si sono svolti in alcune delle aree maggiormente interessate dal fenomeno del bracconaggio dell’intera regione Campania, territori in cui l’illegalità diffusa e radicata richiederebbero uno spiegamento di forze ben superiore a quello messo in atto. Durante la mattina di sabato scorso gli agenti del Nucleo GG.PP.GG. WWF di Salerno, coordinati da Alfonso Albero, hanno avviato un’ operazione nel territorio di Mercato San Severino (SA), con la collaborazione dei Carabinieri della Tenenza di Mercato San Severino, agli ordini del Comandante Basile.Giunti ai piedi del versante montuoso in località Ciorani, è stato subito individuato il suono di un richiamo acustico riproducente il verso del cardellino proveniente da uno dei numerosi terrazzamenti. Un’attenta ricerca ha consentito di sorprendere due persone nell’esercizio “dell’uccellagione”, pratica di caccia consueta che si basa sull’utilizzo di reti da cattura molto estese, attivate manualmente, ai fini della cattura massale di uccelli selvatici. Oltre, alla rete gli operanti hanno scoperto decine di uccelli tenuti in gabbia come richiamo, alcuni legati come zimbelli alle ali ed agli arti e un esemplare di cardellino accecato e mutilato alle zampe, perché cantasse più forte e attirasse i suoi simili nella trappola fatale. Inoltre, i bracconieri avevano anche installato un richiamo acustico a funzionamento elettromeccanico per potenziare l’effetto attrattivo. Con l’ausilio dei Carabinieri sono stati condotti controlli a casa dei due soggetti, entrambi residenti a Bracigliano, una delle località in cui è maggiormente diffusa la pratica dell’uccellagione, durante i quali sono stati rinvenuti diversi fucili, cartucce e polvere da sparo illegalmente detenuti, oltre a diverse altre reti per uccellagione. Il giorno di sabato 07 novembre 2009 sarà un giorno che non si dimenticherà facilmente perché è stato l’esempio che l’illegalità può essere affrontata e debellata anche in quelle zone considerate inaccessibili o dimenticate da chi sarebbe deputato alla tutela dell’ambiente e della fauna selvatica. E’ questa l’occasione per far sentire la propria voce a tutte le istituzioni perché si attivino affinchè questo territorio, come tanti altri, non sia abbandonato e lasciato alle offese di gente senza scrupoli, che non conosce la legalità ed approfitta regolarmente di un bene dello stato (la fauna selvatica) per i propri comodi. Il WWF Salerno, attraverso il suo presidente dott. Mario Minoliti, si augura che finalmente ci sia una mobilitazione generale che coinvolga tutte le associazioni ambientaliste, zoofile, venatorie fino a giungere alle istituzioni di competenza, ed invita a formare un tavolo di confronto al fine di far cessare l’incivile fenomeno del bracconaggio in tutto il territorio provinciale, ma soprattutto in territori, una volta dimenticati da tutti, ora non più!

2 pensieri su “Bracconaggio a Mercato San Severino, la denuncia del WWF

  1. Il fenomeno del bracconaggio è sempre sinonimo di pessima cultura ambientale e civile, ma è forse il caso di considerare che la legislazione italiana, in materia di caccia, conservazione e protezione delle specie omeoterme, è in assoluto la più restrittiva d’Europa. E questo, certamente, non aiuta a risolvere il fenomeno del bracconaggio. Meglio sarebbe se tutte le forze ambientaliste e le associazioni venatorie si impegnassero a supportare e velocizzare l’iter legislativo legato alle proposte di variazione della obsoleta legge 157/92; proposte che hanno già superato l’esame di varie commissioni senatoriali ed oggi in attesa di superare il vaglio parlamentare.
    Diversamente, gli atti criminali legati al “bracconaggio” certamente aumenteranno e non saranno certo nè il WWF, nè le varie forze dell’ordine a riuscire a debellare questo fenomeno.

    Giovanni Maio

  2. Qualunque modifica alla 157/92 non credo potrà mai riguardare il divieto dell’uccellagione o peggio ancora quello di accecare o mutilare esemplari di avifauna protetti oppure no. Il cambiamento culturale che tanto lei auspica non ha bisogno della modifica della normativa vigente ma di un processo di sensibilizzazione che stenta a decollare a causa dell’ostruzionismo che le associazioni venatorie e alcune istiuzioni compiacenti fanno da anni. Approfittare di uno spazio del genere in cui si condanna la crudeltà dell’uomo prima ancora che la violazione della legge, per esprimere osservazioni sulla modifica della legge in materia di caccia, è quanto mai fuori luogo e denota ancora una volta un atteggiamento filo liberista che caratterizza il mondo venatorio, incapace di confrontarsi sulle esigenze dell’ambiente, concentrato com’è a rispondere alle pressioni “politiche” che provengono dal popolo delle doppiette. Generalizzare il problema e paragonare il bracconaggio a cinghiale nelle aree protette (a cui lei forse si riferisce visto l’interesse che ha nella caccia di “selezione” nel Parco del Cilento) con le innumerevoli forme di bracconaggio che affliggono il nostro territorio, secondo lei è corretto?

    Alberto Gentile

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