EBOLI: un pranzo per la pace !!

Aldo Bianchini

La querelle-telenovela di Eboli sembra essere svanita nel nulla. Tutto merito di un pranzo per mettere tutti in pace con le rispettive coscienze. Quasi come ai bei tempi socialisti quando pranzi e cene si sprecavano pur di risolvere problemi che sembravano inestricabili. E non solo ad Eboli dove regnava il ministro per le aree urbane Camelo Conte. Quella lezione si era diffusa rapidamente su tutto il territorio ed aveva invaso anche il capoluogo con il mitico ristorante “La Brace”, luogo per l’appuntamento del pranzo del martedì di tutti i socialisti fino a quando un giudice si chiese, e chiese, come venivano pagate le onerose fatture comunque emesse dal gestore. Da quel momento tutti in fuga, e non solo. Il delfino di allora del ministro, on. Antonio Cuomo, meglio noto come “Tonino”, avrebbe (stando alle cronache) riproposto lo stesso clichè del pranzo per risolvere, sembra con successo, gli antichi dissapori (Rifondazione docet !!) che avevano minato alla base l’alleanza di governo dell’importante cittadina della Piana del Sele. Il Consiglio Comunale è stato celebrato, gli assessori hanno capito che devono essere dimissionati e il “rompete le righe” è stato recepito da tutti. Le voci di corridoio dicono anche che il segretario regionale del PD Amendola, nel dopo pranzo, si è recato a casa dell’ex ministro per un rassicurante digestivo finalizzato a tranquillizzare l’ala contiana. Con Lui il segretario regionale non ha avuto bisogno di ripetere l’esclamazione garibaldina con cui aveva chiuso il pranzo: “Qui o si votano i bilanci o tutti fuori dal PD”. Rimane, ovviamente, ancora l’incognita dell’azione promossa dall’opposizione di centro-destra (che nelle persone di Corsetto e Capparella ha lasciato l’aula dopo l’inciucio) presso il Prefetto che, se non vuole sottacere una sua intimazione, non può non prendere in considerazione il fatto che il termine del 28 ottobre per l’approvazione delle manovre finanziarie è abbondantemente scaduto. Ma sinceramente non credo che si possa mandare all’aria un’amministrazione legittimamente eletta solo per un ritardo di qualche giorno. Vedremo nelle prossime settimane. Intanto io, che non sono un magistrato ma soltanto un giornalista, vorrei chiedere a puro titolo di curiosità: “Ma il pranzo chi l’ha pagato ?”.

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