Anche Barbie diventa trans!

di Rita Occidente Lupo

Quale identità sessuale per un bambino dinanzi alle Barbie trans? Alla fiera di Stoccarda, in mostra l’erotismo. E le Barbie nuova serie. Il giocattolo della Mattel, che ha scortato generazioni di bimbe, nel suo mezzo secolo di vita, oggi s’adegua ai tempi. Minigonne, top strizzanti seni voluminosi e tacchi a spillo. In Italia, Barbie trans dell’americano John Mc Kittrick. Una versione trasgressiva, per educare alla cultura del diverso. A scapito dell’armonico sviluppo della fisicità sessuata. Lo stilista americano aveva già creato Barbie gay dal nome Billy e Carlos vestiti di cuoio e vernice. Ora la Barbie trans, dal nome Dolly Parton e Carmen Miranda. La presentazione americana, già avvenuta a New York, tra un comprensibile mare di polemiche. E anche in Italia l’idea di trasfigurare il mito delle bambine in un prodotto così trasgressivo tra un mare di ovvie contestazioni. Il suo ideatore sostiene che tale giocattolo scaturisce nella sua genesi dal voler educare alla tolleranza verso la diversità. E che sarebbe proficua un’ora d’educazione sessuale a riguardo nelle scuole. Ovviamente la notizia è apparsa sconvolgente, in quanto intacca anche l’infanzia, vista da sempre come l’età dell’innocenza e della spensieratezza. Momento di crescita in cui si formano personalità, carattere, esplorando la propria sessualità. Secondo psichiatri infantili, il giocattolo trans non favorirebbe un corretto sviluppo, che anzi verrebbe compromesso inevitabilmente dalla confusione della propria fisicità. Da sempre il mondo del gioco, luogo di divertimento e di trastullo. Ma anche occasione educativa, che supporta le ore di svago operoso. La Barbie trans non solo smitizza l’emblema di una femminilità che, piaccia o no, è stata da sempre compagna delle bambine, nei panni favolistici di principessa, ballerina, ma addirittura invita ad un modello prostituivo attraverso un abbigliamento succinto: vertiginosi tacchi a spillo, canotte a pelle. Cosa ci sia da divertirsi in tutto ciò, ancora sfugge! Dal tempo in cui si pettinavan le bambole, per imparare a far le mamme, oggi non più un ruolo tutto al femminile”