Don Gnocchi: la forza dell’amore

Salvatore Ganci

Raramente (meglio dire quasi mai) gli individui cinici restano toccati dalla beatificazione di qualcuno, ma un Sacerdote come Don Carlo Gnocchi riesce a toccare davvero nel profondo. In una Italia che ricordo agricola e bigotta, più preoccupata ad arginare il comunismo che occuparsi di Leggi al passo del resto del mondo civile, ancora priva di quella legislazione che per i tempi attuali appare così ovvia, ci voleva proprio un Sacerdote come pioniere dei trapianti di organi e nel 1956 l’unico possibile era il trapianto delle cornee. Il Prof. Cesare Galeazzi, allora Direttore del Pio Ospedale Oftalmico di Milano, coadiuvato dal Dott. Mario Celotti e dall’anestesista Laura, sfidando il vuoto legislativo, esaudisce le ultime volontà di Don Carlo Gnocchi che desiderava donare gli occhi ai suoi mutilatini. Riacquistarono così la vista i piccoli Silvio Colagrande e Amabile Battistello. Ogni altro commento è superfluo: il vero “bene” non appartiene a nessun partito.