Infanzia…abbandonata!

di Rita Occidente Lupo

Infanzia negata, per i figli di nessuno. Rifiutati dai genitori, per svariati motivi. Con la crisi delle adozioni nel nostro Paese, si credeva sorpassata da un bel pezzo tale pratica egoistica. Che fin dall’antichità ha mietuto le sue vittime. Un tempo, gli esposti, affidati alla pietà popolare, prima che il Medio Evo istituisse per loro la carità religiosa. La Ruota. Per svariati motivi, reazioni illecite, frutto della colpa  indigenza familiare, i pargoli si trovavano a dover lottare con la sopravvivenza. Nel momento in cui venivano rinnegati, al freddo o al gelo. Recuperati solo in un secondo momento e messi a dura prova per non cessare di vivere. Dall’800, che tra pizzi e creoline, lasciava il segno di una facoltosa schiatta alle spalle, all’indigenza dei bassifondi. Alla penuria di mezzi per poter allevare il nascituro. Nella nostra era, sembra da un bel pezzo tramontata tale stagione. Sorpassata da plurimamme, gestanti perfino di nove vite. Il recente caso di Torino, inquieta. Un frugolo di appena tre anni, lasciato nel pieno del sonno, nell’androne di un asfittico condominio. Per puro caso, gli abitanti dello stabile, accorti del passeggino abbandonato a se stesso. Una scoperta che ha lasciate interdette anche le Forze dell’Ordine, spesso avvezze alla caccia al tesoro, perfino tra cumuli di detriti. Qualcuno, ha azzardato d’aver visto furtivamente una donna, depositare il passeggino e dileguarsi alla svelta. Un po’ come accadeva secoli addietro. Allorquando, col favore delle tenebre, si lasciava “l’incomodo”. Ancora la miseria, spinge a privarsi dei propri figli. O a svenderli, come accaduto tempo fa in Russia. I nascituri, merce economica preziosa o elemento di disturbo alla propria vita. Se nell’800, oggetti di corno e piastrine, pallido distintivo di riconoscimento, nel caso col tempo il rimorso avesse subito un sussulto per il ritrovamento, al bimbo torinese, apparentemente nessun segno identificativo. Eccezion fatta degli abitini e del colorato passeggino. L’ennesimo figlio di nessuno, se non altro vivo, contariamente a tanti altri cestinati tra i cassonetti,  dovrà ora essere affidato a chi di competenza, tirato quasi a sorte, tra le svariate istanze burocratiche che arrugginiscono il  Paese. Dall’affido, all’adozione vera e propria. La vita, comunque salvata e tutta da conquistare!