In Italia, libertà senza burqa!

di Rita Occidente Lupo

Incalza la polemica. Burqa, niqab. Burkini, spinto! Da tempo, la querelle sull’abbigliamento da adottare. Paese che vai…abito da conformare. Giacchè il nostro Stivale scoppia d’immigrazione, un problema l’integralismo anche estetico. La suscettibilità musulmana non consente obiezioni. Il velo, anche in piena estate. Il burka, anche sotto il sole cocente. Ma l’abito, in Italia, fa il monaco. Nei luoghi pubblici, per evitare che possano essere celati gli effettivi connotati dei singoli, il rispetto normativo, riponendo chador e quanto possa esser ghettizzante. Non lecito entrare in un Paese e non adeguarsi alle sue leggi. In Italia, le donne, fin troppo scollate: l’evoluzione dei costumi. Piuttosto che coprire i lineamenti, camuffandoli. Per motivi di sicurezza. E la polemica sferra i suoi colpi, tra libertà ed adattamento. Tolleranza e rispetto religioso. Le sanzioni previste rizzelano chi non intende rinunciare ai dettami dell’Islam. Dimidiando la politica. Il problema, latente fino a qualche tempo addietro, oggi invoca una decisione. Detta una linea di condotta civica, per rendere parametri analoghi per coloro che insistono sul suolo italiano. Ma se il Ministro Carfagna pensa d’evitare che bendaggi e copricapo, possano fasciare specialmente la diversità ghettizzante, le islamiche non intendono rinunciare al proprio scafandro. Il velo integrale non è da oggi che viene messo sotto inchiesta nel nostro Paese. Visto come sottomissione, schiavitù della donna, già nel 2004 la legislazione tentò di fermarlo alla frontiera. D’evitare che potesse accendere il contenzioso intollerante. Successivamente, ancora polemiche, anche se il Governo concorda quasi unanimamente la sua abolizione. Fatto sta che, all’atto pratico, malgrado i tentativi di abolirlo, punendo perfino col carcere, finora ancora lecito andar coperti con capo e volto. Ogni forma di copricapo, anche casco, evitabile se impedisce la libertà di movimento e l’identità. Preferibile lasciar libere le donne, rispettando le proprie tradizioni. La via di mezzo, sanatoria come sempre di tutto. Non Belfagor tra i banchi, ma neanche moderne occidentali, nostalgicamente pilotate dall’Islam dei desideri!