Incatenati all’alcool

  di Rita Occidente Lupo

L’alcool,  prima causa di morte per i giovani sotto i 30 anni e terza in Italia sull’intera popolazione. Ogni anno 30.000 decessi. Il dato, emerso ad Udine, al 18° Congresso Nazionale dei Club alcolisti in trattamento, voluto  dall’Acat (Assocazione Club alcolisti in trattamento). In Friuli Venezia Giulia, 271 i club Acat (2.200 in Italia), riferimento di circa 1800 famiglie.  L’allarme, scattato nell’intero Paese, attiva le realtà territoriali. Gli enti, con una serie di divieti, vendita d’alcolici ai minori, intenti a voler tamponare il fenomeno sociale. Che affonda le radici in ogni caso nel disagio. Spesso, le comitive, le uscite del sabato sera, le incomprensioni familiari, le ambasce disoccupazionali, a monte dell’amore alla bottiglia. Che, per certi versi, ha soppiantato l’uso di stupefacenti. Anche se ugualmente “ surrogato” della difficoltà ad affrontare la realtà. Una serie di gruppi ed associazioni, a far quadrare il conto della vita. A voler strappare la bottiglia dalle mani di chi non intende mollarla. Perché crede, in essa, di trovare la forza per guardare il presente. Se tra i giovani il fenomeno non mostra un trend sereno, permane la fascia d’età che in ogni caso non vi rinuncia: dai 35 ai 50 anni. Nel Nostro paese, la massiccia emigrazione dall’Est ha lievitato la popolazione ed alterata la sua fisionomia autoctona. Una società multietnica, un Paese interculturale, porta consequenzialmente con sé il fardello della diversità in ogni campo. Spesso la nostalgia della propria patria finisce nel sottofondo dell’ultima birra. O nel baretto di fortuna, tra un whisky ed un cognac. L’alcol non risparmia vittime. La prevenzione, l’unico scatto che può stoppare la dipendenza. Prima che sia troppo tardi, per rimpiangere di non aver saputo vivere!