“Ottimo professionista, ma falso pediatra”: indulto negato

 Salvatore Ganci

Mi è impossibile apprendere una simile notizia senza che le mie emozioni siano profondamente messe a prova. 29 anni di servizio impeccabile,  una vera “Istituzione” per l’ospedale di Rho; colleghi increduli e, mi immagino, lo sconforto dei suoi piccoli pazienti alle sue dimissioni volontarie annunciate per telegramma, quando qualche zelante controllore ha scoperto la grana. E nell’Italia dell’indulto, dello scudo fiscale, dei vari condoni edilizi, insomma nell’Italia che viaggia sul principio di  non affollare le carceri (incluso l’ultimo eroe del massacro del Circeo) una Procura vuole spendere denaro del contribuente per processare questo ottimo Dottore per “truffa, esercizio abusivo della professione, falsità ideologica e falsità materiale” perché privo di tre pezzi di carta? E i “dottori” iscritti all’albo che sono “indagati” per casi di malasanità così eclatanti? Quale reato è meno grave? Quando un uomo cura dei bambini per 29 anni ed è elemento di spicco nel suo settore, spesso Relatore in Congressi di Medicina, quei tre maledetti pezzi di carta dovrebbero essergli dati “ad onorem”: la motivazione?  Si “indulge” con i delinquenti abituali e non si applica alcuna forma di “l’indulto” a un uomo di valore perché non ha tre pezzi di carta?  Non dimentichiamo che l’Italia non ha ancora ottemperato all’obbligo di abolire gli “ordini professionali” come già avvenuto  per i nostri partner europei. Il “titolo” e l’iscrizione “a un ordine” sembrano farci appartenere ad una “Casta” esclusiva … Penso con malinconia al Regno Unito degli anni ’70 dove i “pionieri” in un settore dell’Ottica applicata erano indicati con il loro titolo di  “Mister” nel depliant di un Congresso … in effetti non erano dei “Laureati” ma come il nostro Dottore di Rho presiedevano sempre i Congressi.