Blocco Studentesco: Azione contro caro-libri in 40 città
Sacchi di juta con nomi case editrici e simbolo dollaro in centinaia di scuole. Oggi a Salerno e in altre 40 città italiane, il Blocco Studentesco ha realizzato un’azione dimostrativa contro il caro libri. Davanti a centinaia di istituti superiori sono stati depositati dei sacchi di juta, su cui è stata stampata l’effige del dollaro contornata dai nomi delle principali case editrici che producono testi scolastici. “Nonostante le promesse del ministro Gelmini, le famiglie italiane continuano a pagare cifre insostenibili per l’acquisto dei libri di testo. La spesa per ogni studente supera in media i 500€, senza contare che un istituto su due sfora il tetto di spesa imposto dal Ministero”, spiega Angelo Cavaliere, responsabile cittadino del Blocco Studentesco. “Il Ministro dell’Istruzione – prosegue Cavaliere – non ha preso nessun provvedimento serio per contrastare questo problema, limitandosi a ‘consigliare’ alle case editrici di non cambiare edizione e di non aumentare i prezzi per 5 anni. Misure assolutamente insufficienti e inefficaci”.”Il Blocco Studentesco – conclude Cavaliere – continua la sua battaglia per l’adozione di un libro di testo unico per ogni materia a livello regionale”.
Quando poi sarete al primo anno di università scoprirete che il docente indicherà una rosa di testi consigliati.Se questo non accade il docente non è serio. E’ allora educativo l’obbligo del “libro di testo”? L’adozione del testo regionale unico sa un pò di “Libretto di Mao Tse Tung” e non mi sembra egualmente educativo. Ma perché poi “l’obbligo” dell’adozione? E’ questo il vero problema. Lamentarsi per il caro libro impone dei distinguo: un libro degno di tal nome è un bene e va pagato (costa però come una pizza o un pasto in trattoria). Purtroppo tutti i testi scolastici sono un vero oggetto di lucro degli editori proprio per l’obbligatorietà di adozione da parte del docente, con i trucchetti delle “nuove edizioni” (identiche in tutto alle vecchie salvo due o tre questioni aggiunte o spostate). Chiedete a Maria Stella di togliere questa norma iniqua e antieducativa dell’obbligatorietà di adottare il libro di testo e vedrete che il problema non sussisterà più. Resterà solo la spesa per i vocabolari … ma un “Badellino/Calonghi” è un bene per tutta la vita.
Salvatore Ganci
Caro Salvatore,
il Blocco studentesco è presente anche nei maggiori atenei nazionali (Fisciano tra questi) ma mi sembra ovvio che questa azione era finalizzata ad un problema che attanaglia la “scuola dell’obbligo” che in quanto tale deve essere garantita da uno stato in cui vige la Giustizia Sociale. E’ proprio la giustizia sociale che CasaPound e il suo movimento studentesco si propongono, la informeremo anche sulle azioni che terremo presso l’università.
Distinti Saluti
Si, caro Commentatore, il problema “attanaglia” proprio la scuola dell’obbligo. Porto lo zaino di mio figlio pesante di 12- 15 kg di libri inutili e non usati. La scuola (tutte le scuole) chiedono oltre l’iscrizione anche un contributo volontario di 30 euro in più con il quale penso siano ben pagati carta e manutenzione delle fotocopiatrici. Credo che i Docenti, visto che di fatto non usano i libri di testo, potranno fornire appunti sintetici di ogni lezione e una rosa di riferimenti bibliografici. Il “libro di testo” ha assunto nei miei 32 anni di servizio, il sapore dell’assioma. Lo sa quanti studenti mi hanno detto la celebre frase (…ma prof. sul libro c’è scritto che il coefficiente d’attrito è sempre minore di 1.” Un neo-aristotelismo di ritorno che è comodo per i docenti “poco motivati” che non hanno voglia di scrivere due appunti. E sono proprio quelli che non hanno compiti da correggere! Ribadisco un pensiero che spero sia condiviso da chi attua i blocchi: “sia abolita l’obbligatorietà per il Docente di adottare un testo”. Il sapere diverrà più critico. Quanto all’iniziativa negli atenei mi chiedo: “C’è qualche docente che impone più o meno velatamente il “proprio” testo (pubblicato da un oscuro editore locale)? Qui il problema si fa grave, perché Aristotele e la Scolastica non sono più i padroni degli atenei.