Sestri Levante: la difficile convivenza con i clochard

Giovanna Rezzoagli

Che si definiscano clochard, homeless, o barboni, poco importa. I “senza fissa dimora”, da alcuni giorni, dividono la città delle favole. Che di fiabesco, in verità, negli ultimi tempi possiede solo il paesaggio. Finita la stagione turistica i problemi di sempre riaffiorano con prepotenza nella vita quotidiana. Hans Christian Andersen non avrebbe forse pensato che la poetica cittadina che tanto amava, un giorno sarebbe diventata l’imbarazzante teatro di scempio da parte di bulli e bulletti, che, non paghi di ingaggiare gare automobilistiche notturne nelle larghe vie periferiche, da qualche anno sono la spina nel fianco degli amministratori locali, costretti a intervenire con vincoli e restrizioni persino nella zona dello splendido lungomare. La festa “hawaiana” tenutasi la scorsa estate è balzata al dubbio onore delle cronache per i numerosi sequestri di sostanze stupefacenti ad opera delle forze dell’ordine. Archiviate (per quest’anno) le “beghe” estive, l’autunno si preannuncia caldo per il clima di forte dibattito sociale che si è innescato attorno alla presenza di numerosi clochard. Da anni esiste a Sestri una mensa per i poveri, sita e gestita nel convento dei frati cappuccini, nel cuore turistico della città. Una raccolta di firme di cittadini residenti ed operatori commerciali chiede l’intervento del comune al fine di “limitare” l’attività in quanto calamitante molti bisognosi. Troppi secondo alcuni. Il problema sociale esiste, alcuni clochard assumono comportamenti molesti e, in alcuni casi, aggressivi. Ma non è con le petizioni, atte concretamente a determinare l’allontanamento di queste persone, che il problema può essere affrontato. E’ sufficiente fare un giro in auto per essere più volte importunati ai semafori nel comune di Sestri, e quasi tutte le mattine di fronte all’ingresso del locale ospedale si collocano questuanti di vario tipo. Nei comuni limitrofi, anche più grandi, come Chiavari o Lavagna, questo non succede. La risposta, molto probabilmente, si può ipotizzare in un diverso atteggiamento di tolleranza più o meno pubblicizzato. La raccolta di firme però parla chiaro, ed alimenta un clima di diffidenza e di sospetto. La si potrebbe definire la classica benzina gettata sul fuoco. Improvvisamente si moltiplicano le segnalazioni di barboni aggressivi. Spesso chi vive sulla strada non ha compiuto una romanzata scelta di vita, soffre per problemi psichici, dipendenze da sostanze tossiche, alcol in primis, ha avuto problemi economici. Il problema sociale è grande. Il comune di Sestri adesso dovrà affrontare la tematica. Senza ulteriori sconti. Con buona pace delle apparenze, salvate per il rotto della cuffia per l’ennesima stagione turistica.