Vietri-Cava : Della Corte, Mpa, “l’Antico problema”

 Regioni; Sicilia, Calabria e Campania, ultime, resterebbero a testimoniare l’esistenza dell’antico problema. Restano, cioè, ferme le regioni più segnate dalla “trimafia”  col rischio che taluni sprovveduti potrebbero far coincidere la residua questione meridionale con la questione criminale.  Provate a immaginare questa nostra, cara Italia, preda delle lotte feroci di due partiti populisti e impastati di razzismo egoista, come potrà stare dentro una moderna Europa destinata a volgere verso la sua unione politica ed economica. Che barbarie! Così come immaginato dai suoi fautori vorrebbe dire l’unione di tante debolezze in una. Ovvero il fiasco. Giacché, la somma di più debolezze non fa una grande forza ma una più grande debolezza. Se oggi il nord prevale non è perché ci sono Bossi e le sue camicie verdi, ma perché in questa lunga transizione (dalla prima alla seconda Repubblica) a Roma non ci sono stati governi capaci di garantire la solidarietà nazionale, quindi un’equa distribuzione delle risorse nè di frenare la bramosia dei centri fondamentali del potere economico e finanziario che si trovano al nord. Poteri forti che per realizzare i loro disegni hanno “lanciato” Berlusconi e gonfiato il partitino di Bossi. Tutto ciò non può essere scambiato per il “partito del nord” che non c’è. In realtà, la Lega nord è un movimento xenofobo, che si alimenta di un certo disagio sociale (in gran parte gonfiato ad arte), voluto da certi gruppi economici del nord con l’obiettivo d’indebolire, condizionare lo Stato democratico. Basti ricordare che uno dei primi importanti finanziamenti “coperti” in favore della Lega fu elargito dalla Montedison. In particolare, la Lega porta la tremenda responsabilità d’avere infranto il principio della solidarietà nazionale ed ha in programma d’infrangere, col pieno accordo di tutta la classe dirigente e soci, altre solidarietà fondamentali come quella umana che è alla base di ogni degna civiltà. Ma non tutta la colpa è da addebitare alla Lega. Rilevato ciò, non possiamo però assolvere le gravissime responsabilità dei ceti dominanti meridionali per avere trascinato il Mezzogiorno  nella spaventosa crisi attuale. Anzi, prima d’andare a cercare nemici esterni, bisognerebbe individuare e combattere quelli interni al Mezzogiorno. Che sono tanti. Certo, oggi, siamo poveri, mal governati, emarginati per colpa di un ceto dominante subalterno agli interessi illeciti ed affaristici, tuttavia riusciamo a conservare una condizione di vita più a misura d’uomo, a coltivare sentimenti altrove smarriti o confusi con pessimi valori venali. C’è necessità di progetti, idee innovative, investimenti leciti e non di nuovi capetti populisti e clientelari che andranno a Roma, con la coppola in mano, a questuare o a minacciare (che cosa?).  Il mezzogiorno ha bisogno di partiti veramente democratici, nazionali e sovranazionali, capaci di portare una ventata d’aria fresca che prosciughi il mefitico pantano dell’affarismo e della sopraffazione. L’unica garanzia del Mezzogiorno e del proprio futuro, resta il Movimento per Le Autonomie Alleati Per Il Sud.

Coord.Vietri-Cava Alfonso Della Corte