Riparte l’anno scolastico
Campanella scolastica. Addio vacanze, parte un altro anno. In una scuola che cambia e che varca il portone d’ingresso settembrino, sul sentiero di guerra per il precariato. Tra scioperi e mobilitazioni generali, previsto un autunno rovente. Nulla di nuovo sotto il sole. C’era da aspettarselo. Anche se si parla di maestro unico alle elementari, non come falce per i docenti e d’insegnamento della religione cattolica, non interculturale, il disagio che vivono gli operatori scolastici, palpabile. Oltre allo spettro della soprannumerarietà, che il nostro Paese da anni sperimenta sulla propria pelle, nel decremento anagrafico. Un anno che porterà il riformato esame di maturità e tant’altro. Ma gli allievi, sfigurati da quelli d’un tempo. Checché ne dica il Ministro Gelmini, che vedrebbe di buon occhio un’involuzione nel processo scolastico. Più volte, nei mesi dal suo insediamento, s’è registrata una sua squisita tendenza retrò. Da grembiule e fiocco azzurro, pur restando in jeans e canotte. Un modo di guardare al futuro con discipline al passo coi tempi, potenziamento della lingua straniera e dell’informatica, ma rigidamente ingessata la valutazione. Il diatribato cinque in condotta! Naufragato dinanzi alle incertezze di collegi, nei quali i docenti procedevano a tentoni nell’assegnarlo. Tranne casi eclatanti, riportanti all’attenzione della cronaca nazionale, la massificazione dell’insufficiente valutazione disciplinare. Padova docet! Il caso di tratteggiare, dopo gli ultimi sondaggi, rimarcanti il divario tra Nord e Sud del Paese, in termini d’offerta culturale, l’identikit degl’insegnanti. Ed i tagli all’economia, già esanime dell’agenzia educativa. Quasi 200.000 i docenti che cambieranno sede quest’anno; 70.000 per scelta, altri perche’ precari. Il 29,4% , ‘nuovi’ per le scolaresche: nelle scuole medie del Nord Est, al 45%, mentre nella provincia di Isernia, al 73%. Un rimpasto, un fuggi fuggi, in cerca d’occupazione e, di raggranellare, con la sfilza di progetti, qualcosa in più che appesantisca la busta paga. Il che, non guasta mai! Buon anno a tutti. Nel segno della cultura, che gli allievi devono acquisire dai banchi di scuola, insieme al viver civico, che il Ministro ha voluto rispolverare, spulciandolo dagl’ingialliti manuali d’un tempo, corollari ai testi storiografici.