Il Cilento: un male incurabile?

 Avv.Luciano Provenza

L’estate 2009 volge al termine. Per le straordinarie località cilentane, quali Marina di Camerata e Palinuro,  anche quest’anno, non vi è stato quel decollo tanto agognato da sempre, anzi gli operatori commerciali sostengono di aver lavorato meno. In realtà la stagione estiva cilentana registra il pienone solo nella settimana di Ferragosto. Giugno, luglio e settembre offrono spiagge quasi deserte, nei giorni infrasettimanali ,a beneficio di quei pochi bagnanti che si godono un mare cristallino. Perché avviene tutto questo? Perché con tali risorse naturali i giovani cilentani sono costretti ad emigrare per trovare un’occupazione? Com’è possibile che in altre località ,pur  con un mare poco balenabile, si riesca a lavorare 6 mesi all’anno? Sin dagli anni 70 si cerca di dare una risposta a tali quesiti. Non occorre chissà quale studio del territorio o l’interveto di luminari del turismo per comprendere che la mancata valorizzazione del Cilento dipende esclusivamente da una precisa  mancanza di volontà. Solo in tale ottica alcuni disagi e disservizi così evidenti possono avere una chiave di lettura : mancanza di un servizio pubblico igienico e di doccia sulle spiagge, parcheggi a pagamento, ormai ovunque da Marina di Camerota a Palinuro,  strade interne assolutamente dissestate, uffici postali con orari ridottissimi, frequente mancanza d’acqua in diverse località, cattivo funzionamento dei depuratori ecc. ecc. Se tali omissioni possono dipendere dalla negligenza e dalla incapacità di qualche amministratore, altre carenze sono certamente da imputare  alla scarsa professionalità di improvvisati imprenditori locali, che cercano di guadagnare in trenta giorni il massimo possibile, spellando i malcapitati turisti di turno. Così sulle spiagge si ascoltano le lamentele di chi per mangiare un pasto completo ha pagato fior di quattrini o per dissetarsi ha pagato in un bar di uno stabilimento 2 € per  una piccola bottiglia di acqua minerale o chi, ancora incredulo, ha sborsato per una doccia di circa 90’’,1,50€. Purtroppo questa è la realtà e per modificarla occorre una vera presa di coscienza da parte di tutti. Basta con la sagra del babà o della sfogliatella!! Ci si rimbocchi le maniche e si programmi subito un intervento capillare sulle strade interne veramente vergognose e da terzo mondo. E’ sufficiente rinunciare alla prestazione di un cantante per destinare i soldi risparmiati alla dotazione delle spiagge di un servizio pubblico di doccia. Insomma tante piccole cose che potrebbero insieme costituire la svolta. Cambiare mentalità ed offrire ai turisti gentilezza, senza considerarli polli da spennare. Se non si cambia modus operandi, a popolare le spiagge di Palinuro e Marina di Camerota ,saranno esclusivamente quei turisti locali, dotati di borsone termico con vivande e bevande che dopo aver goduto dello splendido mare, ritorneranno a casa senza spendere neanche un euro. Il prodotto Cilento per essere valorizzato necessita di un’ampia azione pubblicitaria, di un po’ di fantasia , di nuove capacità  professionali e soprattutto di iniziative imprenditoriali giovanili, che al momento sembrano del tutto assenti. Forse il Cilento in tali condizioni giova solo ai potenti del luogo che temono di perdere il loro monopolio in un vero mercato aperto.