Salerno: Medioevo a tavola con costumi d’epoca

Nell’ambito della XXIV rassegna del Teatro dei Barbuti, diretta da Giuseppe Natella, lunedì 10 agosto a partire dalle ore 20.00, nel portone dell’antico palazzo Guarna, nell’omonima stradina vicina alla Cattedrale, si svolgerà la cena medievale ispirata alle tradizioni ed agli usi gastronomici dei Longobardi. “A tavola con il principe Gisulfo”, questo il titolo della singolare cena, durante la quale tutti gli avventori avranno la possibilità di indossare un costume d’epoca, scelto tra oltre 50 abiti di sartoria. La prima edizione dell’iniziativa, l’anno scorso, ha avuto un largo seguito di pubblico, con la presenza anche di giapponesi. “Il menù, variabile, non si avvale di semilavorati ma è preparato artigianalmente con prodotti freschi– spiega la responsabile del progetto, Adriana Pagano – prevede, tra le tante pietanze: lasagne bianche con zafferano, riso con mandorle, gnocchetti al pesto di pistacchio, formaggio di capra fritto, frittata all’arancia, limonìa (ovvero pollo soffritto con lardo e cipolle), fegatini di pollo alle erbe della Scuola Medica Salernitana. Al posto del semplice pane ci saranno forme di pane integrale senza lievito e focaccine fatte con farina di ceci. Nei boccali di terracotta fresco vino aromatizzato alla salvia”. Il costo è di appena 20 euro, con la possibilità ulteriore di cenare indossando la creazione unica di un costume medievale. Per prenotazioni telefonare: al 327/7854723- 339/6858043. La cena medievale sarà replicata nelle sere del 12-17-19-24-25 e 31 agosto. Il Beato Giovanni Guarna, nato a Salerno nel 1190, di nobile stirpe normanna, ricevette l’Abito dei Predicatori dalle mani del santo Padre Domenico che ebbe, nel 1219, anche come guida e maestro. Fu suo gran merito far tesoro di sì preziosi ammaestramenti, tanto che si poteva affermare che in lui era passato lo spirito di Domenico. Il Padre lo mandò insieme a dodici compagni a propagare l’Ordine in Toscana, e sebbene Giovanni fosse il più giovane, fu messo alla testa di tutti, a dimostrazione di quanta stima avesse per lui Domenico. Il drappello si fermò a Firenze il 20 novembre 1221 presso Santa Maria Novella. In breve Giovanni fu padrone dei cuori. Il popolo accorreva in gran numero ad ascoltarlo. I peccatori si convertivano, e in tutti ci fu un risveglio e un rifiorire della vita cristiana, tanto che i cittadini vollero fra loro nuovi Predicatori. Per incarico di Papa Gregorio IX riformò il monastero benedettino di Sant’Antimo. Verso il 1230 fondò a San Jacopo di Ripoli la prima comunità femminile Domenicana in Toscana. Quando Giovanni ebbe notizia dell’ultima malattia del fondatore si affrettò ad accorrere a Bologna, potendo così ricevere l’ultima sua benedizione. Ritornato a Firenze, riprese con ardore la sacra predicazione. Combatté strenuamente gli eretici paterini che infestavano la città e, dopo aver attirato all’Ordine molte e scelte vocazioni, nel 1242 si addormentò nel Signore e fu sepolto proprio a S. Maria Novella.