“Attenti al cane, al padrone, a tutta la famiglia”

Giovanna Rezzoagli

Tutte le edizioni dei telegiornali di oggi hanno dedicato un servizio alla vicenda dell’uomo di Gornate Olona, in provincia di Varese, che ha ucciso la moglie ed i due figli e poi si è tolto la vita. Come spesso succede quando accadono eventi così tragici, i giornalisti rivolgono domande a parenti ed amici, a vicini di casa, nel tentativo di trovare risposte ai tanti interrogativi. Nell’edizione delle dodici e venti di “Studio Aperto” di oggi , dopo le interviste e durante il racconto del giornalista, la telecamera ha indugiato a lungo sul cartello affisso sul cancello posto all’ingresso della villetta in cui abitava la famiglia. Non un generico “Attenti al cane”, ma un elaborato “Attenti al cane, al padrone, a tutta la famiglia”, il tutto completato con l’immagine stilizzata di un cane e di un coltello da taglio. Non un cartello qualsiasi. Se è purtroppo vero che molti soggetti conducono una vita tranquilla e all’apparenza “normale” sino al momento in cui arrivano a compiere gesti senza ritorno, è altrettanto verosimile che gli stessi soggetti fossero particolarmente predisposti a manifestare aggressività di fronte ad eventi definibili “scatenanti” nel linguaggio comune. Più correttamente si parla di eventi slatentizzanti, che rivelano anche in modo improvviso e drammatico patologie rimaste, appunto, sino a quel momento latenti. Questa precisazione la ritengo doverosa in quanto tante volte i titoli tendenti al sensazionalistico dei mezzi d’informazione, producono una percezione distorta delle situazioni. Non è sufficiente una discussione a scatenare una strage in famiglia, non è possibile “spiegare” in termini semplicistici uno “stato depressivo” come “causa” di tali eventi. La depressione è una condizione psicopatologica che deve sempre essere valutata dal medico specialista, anche se purtroppo nel nostro contesto culturale la patologia mentale è ancora vista con diffidenza e troppe volte si trascurano o si sottovalutano segnali anche rilevanti, impedendo o ritardando, di fatto, diagnosi e terapie adeguate. L’assunzione di psicofarmaci senza le indicazioni del medico è un fenomeno in crescita anche in Italia. Il rischio è enorme. Il “fai da te” , magari seguendo consigli di  amici e parenti tanto solleciti quanto profani, è diffuso. Poco diffuse sono invece le informazioni che possano aiutare le persone a trovare il coraggio di chiedere aiuto, per se o per un proprio caro, di fronte ad un disagio psichico. Siamo tutti informatissimi sull’ultimo gossip ma probabilmente ignoriamo che la depressione è un disagio socialmente importante. L’OMS, la pone al quarto posto tra i maggiori problemi sanitari e calcola che in Europa e Stati Uniti sia la seconda causa di invalidità dopo le malattie cardiovascolari.