“Attenti al cane, al padrone, a tutta la famiglia”
Tutte le edizioni dei telegiornali di oggi hanno dedicato un servizio alla vicenda dell’uomo di Gornate Olona, in provincia di Varese, che ha ucciso la moglie ed i due figli e poi si è tolto la vita. Come spesso succede quando accadono eventi così tragici, i giornalisti rivolgono domande a parenti ed amici, a vicini di casa, nel tentativo di trovare risposte ai tanti interrogativi. Nell’edizione delle dodici e venti di “Studio Aperto” di oggi , dopo le interviste e durante il racconto del giornalista, la telecamera ha indugiato a lungo sul cartello affisso sul cancello posto all’ingresso della villetta in cui abitava la famiglia. Non un generico “Attenti al cane”, ma un elaborato “Attenti al cane, al padrone, a tutta la famiglia”, il tutto completato con l’immagine stilizzata di un cane e di un coltello da taglio. Non un cartello qualsiasi. Se è purtroppo vero che molti soggetti conducono una vita tranquilla e all’apparenza “normale” sino al momento in cui arrivano a compiere gesti senza ritorno, è altrettanto verosimile che gli stessi soggetti fossero particolarmente predisposti a manifestare aggressività di fronte ad eventi definibili “scatenanti” nel linguaggio comune. Più correttamente si parla di eventi slatentizzanti, che rivelano anche in modo improvviso e drammatico patologie rimaste, appunto, sino a quel momento latenti. Questa precisazione la ritengo doverosa in quanto tante volte i titoli tendenti al sensazionalistico dei mezzi d’informazione, producono una percezione distorta delle situazioni. Non è sufficiente una discussione a scatenare una strage in famiglia, non è possibile “spiegare” in termini semplicistici uno “stato depressivo” come “causa” di tali eventi. La depressione è una condizione psicopatologica che deve sempre essere valutata dal medico specialista, anche se purtroppo nel nostro contesto culturale la patologia mentale è ancora vista con diffidenza e troppe volte si trascurano o si sottovalutano segnali anche rilevanti, impedendo o ritardando, di fatto, diagnosi e terapie adeguate. L’assunzione di psicofarmaci senza le indicazioni del medico è un fenomeno in crescita anche in Italia. Il rischio è enorme. Il “fai da te” , magari seguendo consigli di amici e parenti tanto solleciti quanto profani, è diffuso. Poco diffuse sono invece le informazioni che possano aiutare le persone a trovare il coraggio di chiedere aiuto, per se o per un proprio caro, di fronte ad un disagio psichico. Siamo tutti informatissimi sull’ultimo gossip ma probabilmente ignoriamo che la depressione è un disagio socialmente importante. L’OMS, la pone al quarto posto tra i maggiori problemi sanitari e calcola che in Europa e Stati Uniti sia la seconda causa di invalidità dopo le malattie cardiovascolari.