Provincia: la stampa e la casa di vetro

Aldo Bianchini

E’ una premessa essenziale. Tutti devono essere convinti che Palazzo Sant’Agostino (la storica sede dell’amministrazione provinciale) è un palazzo o meglio una casa di vetro”, perchè è la casa istituzionale di tutti i cittadini della provincia di Salerno. I suoi inquilini, a cominciare dagli uscieri per finire ai consiglieri, assessori e presidente, passando per impiegati, funzionari, dirigenti, convenzionati, comandati, stagisti e addetti al servizio civile lì per ascoltare e servire una comunità di oltre un milione di cittadini. I consiglieri provinciali, gli assessori, gli uomini dello staff e il presidente, attenti ad ascoltare e leggere ciò che i giornalisti dicono e scrivono nell’interesse di quella comunità che ha consentito, con la propria espressione di voto, a tutti questi nuovi inquilini della casa di vetro, di sedersi in quella casa che deve essere mantenuta sempre aperta e trasparente. Del resto, in campagna elettorale, lo ha spesso ribadito anche il neo presidente Cirielli.  E’ vero che nella categoria dei giornalisti di Salerno (come in tutte le professioni, ndr!!) ci sono elementi che “si vendono per una pizza e una birra e che puzzano di antrace” (dichiarazione del sindaco De Luca sulle frequenze di Lira Tv di qualche anno fa, registrazione che custodisco gelosamente); ma è altrettanto vero che la stragrande maggioranza dei giornalisti salernitani, è composta da gente che fa il proprio dovere con  sufficiente professionalità. Ma qual è il dovere di un giornalista?  “Un giornalista deve schierarsi sempre dall’altra parte rispetto al potere, ma il suo schieramento non deve mai essere preconcetto e deve assumere le caratteristiche della difesa della legalità a favore della gente comune…” -scriveva Paolo Mieli quando alcuni anni fa riassunse la direzione del Corsera. Apprezzai molto il fondo di Mieli e lo condivisi, anche se Lui molto spesso non l’ha messo in pratica, ma questa è una mia personale convinzione. Dunque l’etica impone al giornalista una parte molto difficile sullo scenario politico-amministrativo-giudiziario. Per quanto mi riguarda, il giornalista non può mai essere servile o amico, deve essere equilibrato, equidistante, paziente e coscienzioso, sapendo che scrivere una verità, è cosa molto difficile nell’attuale società. Ma la verità va scritta, sempre e comunque, togliendo “i veli ai fatti e le veline alle idee”, come diceva l’indimenticato Peppe Fava ucciso dalla mafia catanese. Adesso gli inquilini della casa di vetro sono cambiati, sono arrivati i nuovi.  Hanno bisogno di tempo, è troppo presto per giudicarli. Nel frattempo, se ne hanno voglia, potrebbero anche sfogliare la determina n. 87 del 24 gennaio 2008 e dopo averla esaminata in tutti (dico tutti…) i suoi aspetti capiranno (spero!!) che a Salerno, tra i giornalisti, c’è gente che per amore del mestiere sa rinunciare a molto più di una pizza e una birra!