Velenose storie di nepotismi e operosità:beati gli ultimi perché saranno i primi (a non prendere soldini)

 Salvatore Ganci

Il sottotitolo di questo contributo potrebbe anche essere: “Fatta la buona Legge, trovato presto l’inganno”. Anche Messina e Palermo sono tra  le ultime indicate nella classifica delle Università “poco produttive” e pure Catania non ride di certo. Per chi si occupa un po’ di “bassa” Storia della Fisica, Messina ha rappresentato per molti Docenti (quelli con la “D” maiuscola) una semplice Sede di nomina per passare poi alla Sede eletta, come nel caso del Fisico-Matematico  Gian Antonio Maggi. Ma, che sia colpa dello “stretto” o della latitudine, le tre università della mia terra d’origine prenderanno meno soldini. Di ciò il contribuente medio non può che allietarsi. Il caso di Palermo merita però un commento a parte anche se sono passati quasi due anni da quel 29 settembre 2007 quando il solito Francesco Margiocco deliziava l’Italia con il suo articolo sulla prima pagina de “Il Secolo XIX” intitolato “Il bluff della Prof figlia di” cui seguirono altri articoli sulla Stampa nazionale e numerosi commenti. Si sa che le Leggi “a fin di bene” sono spesso lo strumento con cui la “Casta” universitaria (attraverso un congegno dagli ingranaggi perfetti) sa sistemare chi merita (di essere sistemato). In questo caso il  a fin di bene” era rappresentato dall’incentivare il ritorno dei cervelli in Italia (qualcuno c’è cascato, qualcuno no) ma mentre c’era, il Consiglio Nazionale Universitario votava all’unanimità la “chiamata diretta” di Cristina Rognoni (il cognome dovrebbe dirvi qualcosa) da Parigi (semplice “dottoranda”) a Professore Universitario (fascia degli Associati) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo dove si trovava “professore a contratto” grazie soprattutto all’autonomia . Secondo l’indagine svolta da “Il Secolo XIX” la nostra Cristina Rognoni non è mai stata “Maître de conférence” titolo equivalente all’Associato ma che è stata semplicemente una studentessa all’Ecole parigina e da lì se ne è andata nel ’99 dopo la Tesi di Dottorato. Di fronte al nicchiare del Rettore palermitano e di un fatto facilmente appurabile per via amministrativa, l’allora “castigatore di costumi”, il Ministro Fabio Mussi, apre un’inchiesta e come è andata a finire dopo due ministeri? Sugli “esiti” dell’inchiesta sarà passata la sabbia del deserto che con lo scirocco passa attraverso il mediterraneo. Invece che ne è stato della figlia di tanto padre lo potete facilmente scoprire  da voi sul sito MIUR ricercando nell’organico del MIUR. Dispiace che a quasi due anni questa neo-Associata risulti ancora “non confermata”. Così è conclamata la sua posizione giuridica. Omnia munda mundis si potrebbe dire come fra Cristoforo, ma perché questa figliola ha avuto la “chiamata”  proprio nella lontana Palermo e non direttamente a Pavia vicino a papà? Questa è una domanda avvolta da un alone di mistero. Mi permetto solo di suggerire alla neo-Associata di aggiornare l’elenco delle sue pubblicazioni perché su www.ateneopalermitano.it/images/Cristina%20Rognoni.pdf la sua ultima pubblicazione risale al 2004 (stando a quanto lei stessa mette in Rete). Non è un buon esempio di operosità. Lasciamo il settore “Civiltà Bizantina” e veniamo al Settore FIS/08 (Didattica e Storia della Fisica) per notare come Palermo “abbia fatto scuola nel settore”. E’ vero che ci sono solo 4 lavori su American Journal of Physics e nessun lavoro su The Physics Teacher, ma se cercate in Physics Education (dalle origini della rivista ad oggi) trovate 2 soli articoli con affiliazione “Palermo” e di cui uno del 1995 firmato da due Autori non appartenenti all’Università di Palermo ma neppure nell’organico MIUR. Che siano  Docenti di scuola secondaria e/o dell’INFM? Un po’ meglio la situazione sulla Rivista European Journal of Physics, che vede (dalla fondazione della Rivista nel 1980) ben 15 articoli con affiliazione palermitana di cui uno è la risposta ad un malevolo “Comment”. Sono tutti articoli scritti in collaborazione, non un solo articolo a firma singola. Quindi Palermo ha un “gruppo” di risorse umane variabili attorno ad un polo fisso: la “Maestra”e il “gruppo” ha sicuramente prodotto qualcosa nel settore, fino a non molto tempo fa lautamente finanziato. Le Riviste Europee sono forse meno “schizzinose” con noi Italiani, per cui andando a vedere il contributo Italiano ad European Journal of Physics trovo 158 contributi Italiani (poco meno che su American Journal of Physics che è una Rivista sorta nel 1936). Se Palermo contribuisce per il 10%  quanto contribuisce, ad esempio, Fisciano (dove il Settore Didattica e Storia non ha finanziamenti)? Contribuisce con 8 articoli, come pure Pavia con 5 articoli e Milano con 9, Genova contribuisce con 11 articoli, ma se mi consentite di aggiungere a Genova anche Chiavari e Casarza Ligure, il contributo ligure sale ancora di 5 articoli. E’ interessante ancora notare che Chiavari + Casarza Ligure figurano 7 volte all’agosto del 2009 su Physics Education. E gli altri contributi italiani su queste riviste provengono da Sedi “scuole di Didattica e Storia”?  Non voglio annoiare il Lettore ma la “giovane” Università di Trento “fa scuola” tanto sulle Riviste americane che su quelle Europee. Come nuovamente non sorprende di ritrovare Scicli (RG) 6 volte su Physics Education oltre che sulle Riviste americane. Il mio paziente Lettore si è fatto un quadro sufficientemente completo? Si stupisce perché l’ateneo di Palermo perde soldini (che però entrano in Sicilia per altra via)? Purtroppo è così che funziona: Fisciano, che pure non avendo pretese di fare “scuola” nel settore “Didattica e Storia della Fisica” offre un set di contributi dignitosissimi ed interessanti come pure semplici cultori del settore (Docenti di Scuola), hanno offerto (e continuano ad offrire) senza un centesimo di finanziamento, risultati altrettanto dignitosi. Ora che le “scuole di didattica” napoletane, siciliane e romane perderanno un po’ di soldini, saranno egualmente “motivate” a proseguire le ricerche nel settore o metteranno il broncio? Il Lettore interessato (o maligno) acceda agli indici delle Riviste e nel tempo avrà le sue risposte.