L’arcangelo Raffaele veglia dal Monte Crociglia

 Giovanna Rezzoagli

Esistono storie che sembrano favole, e invece sono reali. Come quella che in questo articolo mi pregio di raccontare, per far volare a Salerno un pezzetto della storia e delle tradizioni di un paesino sperduto in una valle aspra, in cui il rumore dell’acqua che scorre nei ruscelli è ovunque, ove in primavera i campi si colorano dell’intenso viola dei crochi, in autunno si respira il profumo dei ceppi di legna che scaldano le case, in inverno la neve ed il ghiaccio cristallizzano i pensieri. Oggi questo piccolo paesino, che si chiama Torrio e si trova nella provincia di Piacenza, è abitato stabilmente da una ventina di persone. Ma in estate ospita le tantissime persone che tornano alle loro origini, alla terra di genitori e nonni. Io ho avuto la fortuna di nascere e crescere in questo pezzetto sperduto d’Italia. Sono stata l’ultima alunna delle scuole elementari assieme ad altri tre bambini, dopo di noi più nessuno. Per undici mesi all’anno Torrio viveva nel dolce succedersi delle stagioni, tranquillo ed indisturbato, con le sue strade sterrate ed i venti minuti dal centro più vicino, naturalmente quando non vi era neve a bloccare le strade. Ma nel mese di agosto la vita era, ed è , scandita da momenti di condivisione molto intensi. Il più significativo ha luogo la seconda domenica del mese, in cui la popolazione si reca sulla cima del monte Crociglia per assistere alla Santa Messa celebrata ai piedi della statua che raffigura l’Arcangelo Raffaele. E’ un appuntamento che si rinnova ogni anno a partire dal 1957, anno in cui la statua venne trasportata dal cimitero del paese sulla cima del monte più alto. Occorsero giorni e giorni di duro lavoro e la collaborazione di tutti per operare il trasferimento. Nel 1973 un fulmine distrusse la statua ed occorse un anno per farne scolpire una nuova, la stessa che ancora oggi si può osservare da oltre trenta chilometri di distanza. L’Arcangelo Raffaele protegge ed orienta i viandanti dei monti dell’alta valle d’Aveto da cinquantadue anni. Domenica prossima si rinnoverà la tradizione con la salita sul monte Crociglia, la celebrazione del rito liturgico sempre ad opera del Professor Don Guido Balzarini, che nel lontano 1957 era parroco di Torrio ed è sempre rimasto fedele a questa celebrazione da lui fortemente voluta. La tradizione prevede che la festa prosegua con il pranzo al sacco sui prati che circondano la statua, per terminare con una serata danzante in paese. Conservo ancora qualche ricordo dell’unica volta in cui ho potuto partecipare con i miei genitori all’intera giornata di festa: avevo cinque anni e la “mia” montagna sembrava davvero respirare all’unisono con le centinaia di persone che arrivavano da tanti luoghi diversi. Ma la bellezza, la potenza ed il fascino di questo monumento la si assapora in solitudine. Chiudendo gli occhi e lasciando che la gelida carezza del vento scompigli i capelli, il pensiero indugia sulle risate di tutti quei giovani, tra i quali i miei genitori, che tanti anni fa sicuramente avranno condiviso in quello stesso spazio. Poveri giovani figli di una terra aspra e troppe volte ingrata, ma ricchi nella loro fede, nella loro gioventù e nella loro speranza di un futuro di promesse. Giovani che ora riposano nel silenzio della montagna, vegliati in eterno dall’Arcangelo Raffaele, eternamente sorridenti nell’effimero istante dei loro vent’anni.

2 pensieri su “L’arcangelo Raffaele veglia dal Monte Crociglia

  1. Gentile Giovanna le faccio i miei complimenti per il suo articolo molto bello. San Raffaele arcangelo prega per noi e per la Santa chiesa di Dio!

  2. Gentile Don Marcello, La ringrazio per l’apprezzamento.La statua che può osservare nella fotografia fu trasportata per sette chilometri di mulattiera da un gruppo di uomini tra cui mio padre. Ci è voluta davvero una morale incrollabile per arrivare sino in fondo a quell’impresa. A ricordo di mio padre, Giuseppe, e dei tanti che come lui trasportarono la statua dell’Arcangelo Raffaele ed oggi non ci sono più, ho voluto scrivere questo componimento.
    Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

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