Cava de' Tirreni: Assoutenti, chiarezza sulla manifattura tabacchi
L’associazione nazionale dei consumatori Assoutenti, riconosciuta dal competente Ministero e facente parte del Consiglio nazionale dei Consumatori, nella persona del Presidente provinciale di Salerno, Avv. Francesco Avagliano, comunica che la manifattura tabacchi, ex conservatorio di S. Maria del Rifugio fu ceduta gratuitamente con delibera del consiglio comunale del 2 aprile del 1900 al demanio dello stato e per esso all’agenzia della coltivazione del tabacco. In tale cessione si prevedeva espressamente altresì che qualora si verificava la soppressione dell’Agenzia e lo Stato non destinasse lo stabile ad altro dei suoi pubblici servizi, il Comune poteva chiedere la retrocessione mediante il rimborso del maggior valore al momento della retrocessione .Nelle more poi le Manifatture sigaro toscano , ultimi detentori dello stabile hanno comunicato che il Comune di Cava per esercitare il diritto di retrocessione dell’immobile doveva versare la somma 6 milioni e 79.000,00€ . Il Comune di Cava de’ Tirreni ha fatto effettuare una propria perizia di parte dove nella stessa si parla di una somma ben diversa pari 1 milione e 500 mila Euro circa. Si dovrebbe quindi puntare ad un arbitrato per stabilire il prezzo di retrocessione del bene e poi una volta stabilito lo stesso, decidere se esercitare il diritto di retrocessione previsto. Nel nuovo Puc uno dei progetti cardine è proprio l’immobile della manifattura .In detto progetto è prevista la costruzione di un albergo per l’evento millennio e una serie di abitazioni temporanee che, una volta utilizzate per il Millennio per i cavesi che rientreranno in patria, saranno poi poste sul mercato residenziale di Cava . Assoutenti ritiene che tale struttura non possa essere lasciata in mano ai privati, ma deve essere della città, patrimonio della città, contenitore di eventi, storia, e memoria della città stessa . Si richiede quindi impegno di tutti i consiglieri comunali di destra e di sinistra che siano, di attivarsi affinchè tale immobile resti nel patrimonio e nella disponibilità del comune di Cava de’ Tirreni e quindi dei cavesi tutti con ovvi benefici per la qualità vera della futura Cava. Se si deve parlare della cava del millennio, della cava del futuro , della cava della qualità chiediamo con fermezza che questa tanto pubblicizzata qualità sia patrimonio di tutti i cavesi e non di pochi privati imprenditori per grandi progetti immobiliari. Bisogna inoltre considerare che l’immobile della manifattura ha di per sé un rilevante valore economico che il comune di Cava non può lasciare in mani private senza esercitare l’azione tesa alla rivendica del bene in virtù dell’accordo illo tempore stipulato. Se vi è qualcuno, compresi gli attuali proprietari e autori del progetto del PUC sulla manifattura, che vuole realizzare un progetto immobiliare e imprenditoriale ben vengano, però prima devono adeguatamente remunerare il valore del bene al Comune di Cava de’ Tirreni. Vi è quindi chiaramente un’esigenza di legalità e trasparenza oltre che di ottimizzazione finanziaria del patrimonio comunale che deve obbligatoriamente portare l’amministrazione Gravagnuolo ad affrontare tale problematica nell’interesse della città e quindi prima a ritornare in possesso del bene, per poi alienarlo a chi fornisca le migliori condizioni economiche e finanziarie sia in relazione all’acquisto dello stesso, sia in relazione alla futura gestione e costruzione di un nuovo progetto immobiliare che sia di arricchimento per la città stessa. Si chiede quindi a Gravagnuolo di esporre con chiarezza il suo pensiero su tale problematica e spiegare alla gente come e in che modo a suo modo si può realizzare tutto ciò nell’esclusivo interesse dei cavesi, della città e dell’ente comune. Si è certi quindi che Gravagnuolo, da ottimo sindaco quale egli è , si comporterà nella vicenda con la necessaria diligenza del buon padre di famiglia e quindi metterà al primo posto della sua agenda politica tale problematica , che peraltro presenta una chiara e precisa connotazione giuridica , oltre che contabile , con relativa eventuale responsabilità degli amministratori circa un loro diverso comportamento sulla vicenda de quo. Si potrebbe obiettare : il comune non ha la disponibilità finanziaria non solo per riscattare l’immobile, ma soprattutto dopo , per la sua trasformazione e realizzazione. Come fare allora ??????? la risposta è in una sigla STU società di trasformazione urbana. Le società di trasformazione urbana sono state introdotte dall’art. 17, comma 59, della legge n. 127/97 e riproposte nel DLgs n. 267/00, art.120. Si tratta di strumenti d’intervento che il legislatore ha voluto mettere a disposizione degli enti locali per intervenire nelle aree urbane consolidate, in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti. Alla costituzione delle società suddette, oltre alle città metropolitane ed ai comuni, possono partecipare anche le province e le regioni nonché privati scelti tramite procedura di evidenza pubblica. Nel caso in cui i privati siano proprietari di aree o immobili che rientrano nelle operazioni di acquisizione da parte dell’ente locale, la partecipazione alla società di trasformazione urbana potrà avvenire attraverso la “trattativa privata”, ciò al fine di limitare gli oneri finanziari della società stessa. Nel caso di specie si andrebbe a costituire una Stu con capitale pubblico al 51% e 49% da assegnarsi ai privati tramite bando specifico.In tal modo quindi si realizzerebbe l’obiettivo di fare cassa per il comune, pagare il costo delle migliorie agli attuali proprietari, rientrare in possesso del bene, e quindi poi con la realizzazione di un nuovo progetto imprenditoriale e immobiliare trarre anche un cospicuo utile per le casse comunali. Obiettivi:” Operare delle trasformazioni urbane attraverso la riqualificazione delle condizioni insediative, mediante l’attivazione di strumenti e procedure proprie delle Società per Azioni.” Riqualificare aree con discontinuità qualitativa, crisi urbanistico insediativi, recuperando soprattutto quelle aree che si trovano in posizione strategica. ” Associare risorse, di carattere pubblico e privato, sia per quanto riguarda gli aspetti economico finanziari sia per quanto riguarda gli aspetti gestionali. Occorre ricordare che per la partecipazione alle società di trasformazione urbana, i partner privati vanno ricercati fra i soggetti che hanno esperienza nei settori della progettazione, realizzazione, gestione e commercializzazione. Inoltre, viene privilegiata la presenza di soggetti privati che oltre ad apportare risorse finanziarie, siano in grado di fornire servizi per la fattibilità sul piano finanziario e soprattutto per la gestione del programma. Pertanto, si aprono nuovi spazi operativi per quei soggetti che oltre a partecipare alla realizzazione delle opere, sono anche in grado di fornire servizi a lungo termine per la gestione ottimale degli immobili.Ebbene dopo questo nostro comunicato Gravagnuolo all’epoca rispose dicendo che la Stu non era lo strumento adatto per sviluppare i progetti e il futuro urbanistico di Cava de’ Tirreni ora invece dopo un anno si è convinto che la STu è lo strumento con cui avviare una sinergia con i privati, eventuali investitori e costruire quindi il vero volano per Cava de’ Tirreni. L’Assoutenti quindi prende atto con estremo rammarico che a distanza di oltre 1 anno in cui alcuni progetti hanno visto un empasse ingiustificato vedi manifattura ad esempio oggi Gravagnuolo si sveglia e vuole costituir
e la Stu.Ci permettiamo quindi sommessamente di ricordare al Sindaco che le buone idee non hanno colore politico e quindi sarebbe stato opportuno accettare i nostri consigli , oltremodo gratuiti e disinteressati, sulla costituzione della STu.Adesso il piano casa sia nazionale che regionale, approvato dalla Giunta della Regione Campania in data 28 maggio 2009, apre nuove prospettive al nostro territorio, prospettive queste che L’Assoutenti aveva già da tempo individuato compiutamente un anno fa quindi prevedendo uno sviluppo urbanistico dei territori , poi attuato e sposato anche dal Governo Berlusconi con il Piano Casa e dalle regioni tutte. Che dire quindi ? Forse non vi era la necessità di avvalersi del superconsulente Gasparrini e o comunque si potevano di buon grado accettare da parte del Sindaco Gravagnuolo i “ buoni e gratuiti consigli che l’Assoutenti ha più volte offerto all’Amministrazione Gravagnuolo. Si pensi anche al contributo, sempre gratuito e disinteressato, fornito da codesta associazione per la redazione di un più completo progetto di bilancio sociale partecipato per il Comune di Cava de’ Tirreni .Evidentemente però come dice un vecchio e saggio proverbio “ non vi è peggior sordo di chi non vuole sentire” .Lasciamo quindi ai nostri cari concittadini ogni giudizio in merito a quanto esposto .