Una simbiosi speciale

  Giovanna Rezzoagli

La dottoressa Karen Mccomb dell’università inglese di Sussex, Brighton, è Autrice di uno studio pubblicato sulla rivista “Current Biology”, in cui si dimostra che il gatto è in grado di modulare il proprio miagolio combinandolo alle normali fusa per ottenere ciò che desidera dal padrone. In particolare la ricercatrice afferma, sulla base di sperimentazioni effettuate anche su persone che non posseggono gatti, che i felini utilizzano un miagolio insistente e fastidioso per l’orecchio umano quando vogliono vedere soddisfatta una loro richiesta prontamente. Questa tecnica risulterebbe particolarmente efficace perché richiamerebbe atavicamente alla memoria dell’essere umano il suono del pianto di un neonato e, pertanto, l’istinto determinerebbe una pronta risposta alla richiesta. Una strategia vincente dell’evoluzione. Probabilmente l’etologia approfondirà l’interessante risultanza sperimentale. Ma chi divide la propria vita con un felino, avrà avuto modo di verificare di persona quanto questi animali siano in grado di stabilire un profondo legame con l’uomo. Si è soliti affermare che il cane è il migliore amico dell’uomo, ma anche il gatto, generalmente ritenuto più indipendente, sa manifestare affetto incondizionato. Ora si scopre che il micione di casa è probabilmente un grande manipolatore. Ciò sottenderebbe anche una notevole capacità intellettiva. Che unita a sensibilità probabilmente istintuali, mantenute dagli animali e perse dall’uomo troppo razionale di oggi, rende il gatto un amico davvero speciale. Anche chi scrive vive con un gatto, o forse si può affermare che il gatto in questione vive con chi scrive, nel nostro caso è relativo. Il mio Giulio aveva circa tre mesi quando sedici anni or sono, in una sera fredda poco lontana dal Santo Natale, aveva deciso di stare in attesa sopra un vecchio elettrodomestico abbandonato in una discarica sul ciglio della strada vicino a casa mia. I fari della mia auto si rifletterono su due occhi tondi ed io non potei far altro che fermarmi. Lui era lì, come se davvero aspettasse, tutto occhi tanto era magro. Ci adottammo a vicenda ed oggi vive placidamente la sua vita da vecchio gatto. A ben pensarci ha saputo manipolare ben bene la sottoscritta, aspettando paziente vicino alla finestra quando sapeva che era l’ora del rientro dal lavoro per poi lanciarsi letteralmente sulle spalle appena in casa. Da arguto diplomatico ha coltivato i rapporti con il cucciolo umano di casa, che ha visto nascere e crescere, non perdendo occasione per accoccolarsi vicino a lui appena possibile, sin da quando era neonato in culla. Giulio vive in simbiosi con me da quando ci siamo incontrati, lui non si allontana mai quando avverte che qualcosa non va. Senza scomodare il paranormale, il mio felino riesce a prevedere qualche ora prima che si manifesti anche un attacco di nevralgia del trigemino di cui soffro da tempo. La scienza spiegherà anche questi fenomeni, sono noti casi di cani  che “avvertano” i loro padroni  epilettici quando per loro si avvicina una crisi. Potrà sembrare assurdo per chi legge ma è vero anche il contrario, anche io senza che riesca a spiegare come, so quando il mio gatto sta covando un malessere, esattamente come lo avverto verso mio figlio. Siamo animali anche noi, anche se tendiamo a dimenticarcelo, evoluti sicuramente, in meglio o in peggio. La scienza ci dice che il gatto è un abile “comandante”, ma nulla questa risultanza toglie alla simbiosi che lega il mio gatto alla sua umana.