Cava de' Tirreni: l’artigiano della musica

 Maria Pina Cirillo

 Cava: un pomeriggio d’estate! Passeggio in  Borgo Scacciaventi, indugio sotto gli storici archi di pietra, tra i palazzi gentilizi che,  come nobildonne decadute,  mostrano tra lesene e trabeazioni, tra stucchi e colonnine, una miriade di crepe da cui si affacciano  ciuffi di bocche di leone, felci verdissime o piccole piante di garofani  profumati . Ripercorro lentamente  il centro della cittadina ripensandola nel pieno della sua attività economica, fervente di vita, con gli antichi maestri artigiani chini sulle opere non ancora finite.  Nonostante l’estate sia già iniziata, il caldo non è  intenso e mi permette  di girovagare a lungo senza neanche cercare riparo all’ombra degli antichi portici. Qua e là, tra le vetrine rutilanti in cui fanno bella mostra di sé prodotti arrivati da ogni parte d’Italia, d’Europa, o addirittura del mondo, pensieri vagabondi inseguono l’idea che c’è ancora chi, nonostante la globalizzazione imperante, ha voglia di provare a fare con le sue mani un prodotto artigianale sia per la soddisfazione che tale oggetto può dargli sia perché ciò costituisce una sfida altamente stimolante per chi vuole dimostrare innanzitutto a sé e poi agli altri, che c’è sempre spazio per un lavoro in cui corpo e mente viaggiano insieme in piena sintonia. Ed è proprio con questa idea in testa che mi dirigo verso la traversa Andrea Sorrentino dove  posso incontrare  Massimiliano Pepe, un giovane salernitano che,  parallelamente alla  Laurea in Scienze della Comunicazione,  ha deciso di diventare liutaio e di  dedicarsi alla costruzione di chitarre elettriche. Trovo facilmente la bottega artigiana, imbevuta degli odori un po’ amari del legno che Massimiliano sta maneggiando; entro, accolta da un  sorriso cordiale  ed inizio a guardarmi intorno. Tra curiosità e mille domande il tempo passa e ascolto il giovane liutaio raccontare, la voce accesa da entusiasmo, la passione che lo ha spinto, ancora giovanissimo, ad indagare il modo misterioso ed arcano in cui  uomini dalle mani industriose riescono a trasformare semplici pezzi di legno, messi insieme in un certo modo e in una certa forma,  in uno strumento da cui nascono note musicali, suoni, accordi, insomma una melodia. Su un banchetto, il manico di una chitarra aspetta di  essere montato; ed intanto Massimiliano continua a raccontare la storia del suo impegno, della sua volontà di affrontare la grande sfida: costruire una chitarra elettrica tutta sua. E mentre accarezza il legno lucente degli strumenti esposti, ricorda con un pizzico di commozione e tanto orgoglio, la sua realizzazione: “Era il 1998 ed io ero uno studente universitario prossimo alla Laurea; mi mancava un solo esame più la tesi. Nei ritagli di tempo dopo lo studio, avevo iniziato una ricerca affannata di notizie ma la rete, all’epoca, non offriva molto. In italiano non esisteva nessun libro che fosse strutturato per dare informazioni sulla liuteria elettrica. Mentre in lingua inglese c’era una abbondante letteratura, per noi italiani il gioco era veramente duro”. Ascolto la voce che cambia continuamente di tono: la fatica della ricerca, l’entusiasmo della realizzazione, la pacatezza di chi si sente realizzato perché ha vinto una sfida, ha scelto di fare ciò che ardentemente voleva ed  ha lottato per questo! Mi affaccio sulla soglia della bottega; l’aria si sta facendo più fresca, i rumori della strada principale, poco lontana, si sono attutiti. Il tempo è volato e manca poco per l’orario di chiusura. Tra non molto, dopo un breve intervallo, la folla di chi gira per i negozi sarà sostituita dai tanti che scenderanno ad affollare bar e pub in questa bella serata d’estate. Non ho voglia di lasciare questo piccolo laboratorio. Voglio conoscere ancora le tappe che hanno portato il giovane a questa scelta di vita. Rientro  e riprendiamo a parlare, mentre Massimiliano Pepe, senza mai abbandonare completamente il suo lavoro, cerca al computer non so che notizia.  E la vista del PC tra scalpelli e pialletti, lime e raspe stimola la mia curiosità,  mi suggerisce domande su come si possano coniugare questi mezzi così diversi.  “E’ stato proprio con il computer che è iniziato il mio lavoro con il  disegno di qualche templates… qualche modello di chitarra che non fosse troppo inflazionato. La Paul Red Smith era il mio riferimento principale, ma mi piaceva anche l’idea della Gibson!” precisa serio  il giovane artigiano. Il discorso si dipana su un terreno più tecnico: la ricerca di  informazioni per circa 2 mesi, il primo approccio col legno (elemento mai lavorato prima !! ) e la ricerca del  materiale (buon mogano per corpo, ottimo mogano per il manico e un bellissimo listello di palissandro per la tastiera), l’alternanza tra lo studio per l’ultimo esame e il lavoro instancabile alla realizzazione di un sogno: la sua chitarra elettrica, costruita con le proprie  Mani, con la Forma e con le caratteristiche tecniche che aveva nella sua mente. Saliamo nell’ammezzato dove tra alcune bellissime chitarre fa bella mostra di sé. Guardo e capisco perché ne sia così orgoglioso. E’ molto bella ma ha anche  ottime qualità musicali. Da quella prima chitarra tanta strada è stata fatta!  Messa da parte la laurea, appesa al chiodo l’idea  di un posto fisso, Massimiliano Pepe ha avviato il suo laboratorio: è nato così  Kool Guitars, uno spazio in cui oltre a costruire chitarre elettriche (ce ne sono di vari modelli e  non mancano personalizzazioni soprattutto per il manico, la scelta dei tasti extra jumbo, e tanti altri particolari che solo una chitarra di liuteria può offrire), si cerca anche di sviluppare e diffondere la cultura dell’artigianato tecnologico. Ma amare il proprio lavoro significa anche volere che altri lo continuino. E così, dopo aver costruito chitarre che hanno avuto lodi e riconoscimenti da esperti del settore e che, sempre di più sono richieste da professionisti affermati e competenti, Massimiliano subissato quotidianamente da decine di email, ha voluto condividere le sue conoscenze ed ha scritto un Manuale  di auto costruzione della chitarra elettrica in cui cerca di dare le migliori
risposte a tutte quelle problematiche della costruzione di una solid body fatta in casa e senza utensili/attrezzi per così dire “Power”, cioè professionali. Il sole sta calando e le ombre si addensano sul pezzetto di cielo che vedo dal laboratorio. Saluto Massimiliano e mi avvio pigramente verso il corso.  Mi dirigo verso la Cattedrale e, in piazza, mi fermo un attimo a guardare la bella città metelliana un tempo famosa oltre che per la bellezza, la cultura  e la ricchezza anche per il suo fiorente artigianato.  Vedo  tanti ragazzi sciamare in gruppo, ripenso alla Badia, fino a non molti anni fa fucina di spiriti illustri, mi siedo ad un bar a mangiare un gelato, artigianale naturalmente! E sono felice perché fino a quando un uomo o una donna si confronteranno con se stessi esplorando le proprie potenzialità e cercando di salvare la dignità di un  lavoro anche quando ciò significa sacrificio, fatica e sforzo, ci sarà certamente qualcuno o qualcosa in cui credere ed a cui affidare i propri sogni. Tra le ombre della sera Cava sorride!