Gargani: la fine di una storia

Aldo Bianchini
Era nell’aria, si percepiva da tempo e in piena campagna elettorale la conferma proprio al Mediterranea Hotel per la presentazione del libro “Bruxelles, Italia” la commozione finale. Con qualche lacrima in più, alla presenza del ministro Mara Carfagna, “Peppino” cercava di spiegare a tutti i convenuti la sua lunga storia politica, voleva forse afferrarsi ad un ultimo inesistente appiglio, insomma quasi come un’ancora di salvezza. Ma il suo destino era già stato deciso e, dunque, era segnato, al di là della retorica e delle parole di circostanza. La fine della sua storia politica è stata, poi, confermata dalle impietose urne. L’Europa, Bruxelles, la Commissione giustizia, le chiamate ad Arcore, il rapporto diretto con Berlusconi, tutte cose che rimarranno ben chiuse nel cassetto dei ricordi di Peppino Gargani, l’uomo, il politico che davvero doveva e poteva consigliare per il meglio il Cavaliere sul “metro giustizia”. Sempre, tutti i grandi della storia hanno peccato nella scelta dei loro consiglieri, meno male, altrimenti non sarebbero mai caduti. Ed è una telenovela che si ripete, anche con Berlusconi. Scusatemi ma non riesco proprio a capire perchè il premier non ha mai schierato Gargani, ad esempio, come “ministro della giustizia”; come dire che l’unico uomo in grado di dialogare alla pari con tutti i magistrati e con tutte le loro correnti rimane fuori da questi discorsi importanti come se dietro ci fosse qualcosa di nascosto che nessuno deve sapere. Ma che cosa può aver impedito a “Peppino” l’ascesa sugli scanni più alti dei vari governi berlusconiani? Probabilmente (ma è soltanto un mio pensiero) la possibilità che Gargani potesse diventare l’uomo politico più forte del mezzogiorno, l’uomo cioè in grado di condizionare il “berlusconi pensiero” e moderare anche molti suoi eccessi. Dunque, mi va di pensare che contro Giuseppe Gargani ci sia stato da sempre un vero e proprio fuoco di sbarramento, tanto da tenerlo sempre in una condizione di “approssimazione politica” quando invece poteva essere una “stella di prima grandezza”. La conferma di tuto ciò, dalle indescrezioni che giravano in città nei giorni della parte finale della campagna elettorale; quasi tutta la componente ex Forza Italia, soprattutto nei suoi vertici, si muoveva in direzione opposta a Gargani, sponsorizzando una giovane donna che ora è seduta a Bruxelles. E si parla, come spesso accade, anche di una violenta telefonata tra il buon Peppino e uno dei vertici dell’attuale PdL, telefonata intercorsa tra i due appena qualche giorno prima della presentazione dell’ultimo libro di “Peppino” dal titolo profetizzante: “Bruxelles, Italia….”. Subito dopo l’irrimediabile sconfitta. Ma è ancora…tutta da vedere!

4 pensieri su “Gargani: la fine di una storia

  1. Vorrei Gargani Governatore della Regione Campania!Ricordo che un anno fa si era autocandidato.Sarebbe una scelta ottima da parte del PDL candidarlo.

  2. MAGARI GARGANI PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA,
    SAREBBE LA NOSTRA RINASCITA.
    Vorrei Gargani Governatore della Regione Campania!Ricordo che un anno fa si era autocandidato.Sarebbe una scelta ottima da parte del PDL candidarlo.
    Cosa ne pensate?

  3. Gargani è un vero Signore della politica, uno dei pochi.
    Anch’io auspico di vederlo Presidente del Consiglio Regionale.
    Un forte augurio.

  4. Non sarà certo una mancata elezione o una piccola percentuale di voti in meno (causata chissà da cosa…..) a sminuire lo spessore ed il carisma di una persona come Giuseppe Gargani.
    Nè tantomeno l’età può esser un metro di valutazione delle capacità individuali, anzi!
    Rammarica solo il fatto che, ancora una volta, l’Italia ha perso un’opportunita.
    Ma l’avrà persa per davvero?
    Ci auguriamo solo che chi può “non dimentichi”, e che sappia che il Meridione ha bisogno di persone come Gargani.

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