Salerno: Fausto Martino " Solo porcate!"

Una delle caratteristiche dell’Uomo del Crescent – una delle sue molte incontestabili virtù – è la capacità di glorificare tutti i misfatti che sta per compiere. Lo fa sempre. E più le “porcate” sono grandi, più impegno ci mette nel magnificarle. Credo sia una sorta di autoipnosi, un training autogeno, un modo per convincersi e convincerci che poi, alla fin fine, tanto porcate non sono. Un espediente retorico per allontanare da sé ogni ragionevole sospetto: “se la cosa non fosse più che adamantina, credete che ne parlerei in termini elogiativi e così pubblicamente?” Sillogismo ineccepibile: le scelleratezze si nascondono. Siccome l’Uomo Loquace straparla delle sue intenzioni cementiere in pubblico e perfino in TV, non possono essere scelleratezze. Non fa una grinza.Lo ha fatto con la centrale termoelettrica, addirittura rivendicandone la paternità, per poi prenderne le distanze solo quando ha capito che non sarebbe riuscito a menare per il naso l’intera opinione pubblica. Meglio allargare le braccia e attribuire a poteri sovracomunali la decisione.Lo ha rifatto con l’inceneritore, anche questo aggiudicato a Salerno soltanto per il suo impegno. Lo realizzerà (forse) grazie ai superpoteri commissariali, come un’opera d’arte griffata Frank O. Ghery (che, però, si è affrettato a smentire).Lo ha strafatto con il Crescent e la piazza della Libertà, inscenando una “prima”, con plastico, progettista e claque osannante, per spendersi poi, come un imbonitore, in una tournée promozionale. “E’ l’opera della mia vita” – ha detto. E ci ha promesso le sue ceneri in dono, perché siano custodite nel mausoleo da erigere post mortem al centro della piazza. E ora lo fa per promuovere il “piano casa”, la prevista realizzazione di oltre 2000 alloggi concentrati in nuovi ghetti da lui pomposamente chiamati “quartieri europei”. Cosa intenderà poi, per “quartieri europei” non è dato comprendere. Ora che in Europa c’è tutto e il contrario di tutto (ci siamo perfino noi), definire una città, un quartiere o un bischero “europei” è davvero un nonsense. Ma suona bene. “Europeo”… magari detto dilatando le narici, come antonimo di “cafone”, “plebeo”, “pinguino”. Noi siamo europei, non pinguini. Ergo, devono piacerci le cosine “europee” che ci prepara l’Uomo delle Ceneri. E, anche questo, è un sillogismo ineccepibile. Peccato che in Europa la pensino diversamente. Peccato che i quartieri ghetto non si progettino più da anni. Peccato che Bohigas, redattore del prg poi taroccato in puc, avesse proposto di non realizzare mai più – come del resto accade in Spagna da tempo – le grandi concentrazioni di edilizia popolare e sociale, sempre tramutatesi in sacche di degrado ed emarginazione. Peccato.Ma guardiamoli questi “quartieri europei” di cui vagheggia l’Uomo dei Ghetti: S.Leonardo, 861 alloggi, per oltre 3000 abitanti da incasellare, come polli da batteria, in tanti piccoli semi-Crescent; Fuorni, 652 alloggi per oltre 2500 abitanti da accasermare in stecche mistilinee, sparpagliate a definire piazze anodine e surreali tra carcere, cementificio e, Dio non voglia, inceneritore. Poi, stecche e stecchette infilate in ogni superficie disponibile, a saturare quartieri già malati. Espansioni edilizie senz’anima, che accresceranno le periferie di Salerno senza mai riuscire a farne parte.Eppure, la stratificazione sociale e funzionale è la vera ricchezza di una città. “Mai più periferie”, “nuove centralità urbane”, “un edificio sociale in ogni nuovo quartiere”, queste le parole d’ordine del Prg di Bohigas, questi gli impegni assunti – e disattesi – dall’Uomo Europeo.Ma, l’Uomo Smemorato – che non si è mai liberato delle sue pulsioni di parvenu – è giunto, in una indimenticabile telepredica, a teorizzare una città divisa per censo, con i ricchi che fanno i ricchi nei quartieri di lusso e i disgraziati relegati in appositi quartieri dormitorio ai confini della realtà. Insomma, la logica è quella dell’apartheid. L’Uomo Europeo, dopo il fallimento della città funzionale, si fa oggi promotore e apologeta della Civica Segregazione, vera “nuova” frontiera dell’urbanistica. Niente male, per uno che diceva di essere – come la puttana di Dalla – “ottimista e di sinistra”.

Fausto Martino

9 pensieri su “Salerno: Fausto Martino " Solo porcate!"

  1. capo,
    vorrei ricordaLe, egregio dottor Martino,che se si vuole che Salerno diventi una vera città turistica occorre attrezzarla con strutture adeguate:alberhi, attrazioni e punti di richiamo per potenziali visitatori.Questo è quello che sta facendo il nostro sindaco Vincenzo Del Luca.
    un salernitano storico

  2. chi definisce “porcate” le straordinarie opere di qualificazione del territorio di salerno che sta realizzando il nostro sindaco vuol dire che non ama la NOSTRA CITTA’.
    Caro sindaco,
    vada avanti e si ricordi… molti nemici molta gloria!!
    matteo

  3. Sig. Martino, da cittadino salernitano non riesco a comprendere il senso di tutte queste OFFESE, veramente eccessive, contro il nostro sindaco che, fino a prova contraria, è stato eletto democraticamente. Il lavoro che si sta facendo a Salerno lo riconoscono non solo i salernitani (fortunatamente la stragrande maggioranza ) ma anche in tante città d’Italia. Ho mezza famiglia al nord e, le assicuro, che tutti elogiano il lavoro del Sindaco di Salerno. Pertanto, mi scusi, ma le “porcate” mi sembra che Le abbia scritte Lei nel testo pubblicato.

  4. Complimenti a Fausto Martino perché ha sguardo largo e non le manda a dire. Sul sindaco si potrebbero dire molte cose, ma per me la principale è ormai questa: se il suo Amore-per-Salerno fosse sincero e non l’effetto collaterale di una già nota (in altre primedonne) sindrome da Primo Fondatore di Tutto; se il suo assoluto verticismo fosse davvero la scelta di un capo di scegliere sempre in personale responsabilità mettendoci sempre la faccia (ma in questo caso perché continua a parlare di democrazia?), e non anche la forzata conseguenza di uno che aver voluta la città in suo esclusivo potere ha dovuto quasi sempre circondarsi di cinici signorsì, fra i quali prima o poi butta a mare quelli -come Martino-che non lo sono (il che, tradotto, significa: ho voluto la bicicletta tutta per me? e adesso devo pedalarla!..) dovrebbe ricordarsi che l’uomo solo al comando mostra al gruppone la ruota posteriore ma anche, necessariamente, le chiappe; e che al pistolero più veloce del West il destino ne riserva sempre o uno più veloce o uno con più cazzimma. E Salerno se ne cade, in quanto a cazzimma…
    Comunque, a me della sua amata S.Teresa piace tutto tranne due cose:
    la prima è che deve aver confuso Calatrava con Bofill (ma è sempre in tempo a scambiarli di posto…);
    la seconda è questa romanticheria del Mausoleo delle Ceneri in mezzo alla Piazza: perché, ragazzi, qui se davvero glielo lo facciamo perdiamo un posto macchina!
    Marino

  5. Come al solito lucido e incisivo. Ancora una volta Fausto Martino coglie nel segno e smaschera un sindaco ormai lontano dal consenso bulgaro di qualche anno fa. Diciamolo chiaramente: l’azione politica di De Luca sta rallentando pesantemente e si sta appiattendo sulle richieste di palazzinari e speculatori, nonostante i suoi disperati sostenitori continuino ad aggrapparsi alla sua sottana e ai suoi discorsi pieni soltanto di vuote espressioni, con le parole “europeo” e “straordinario” francamente sin troppo menzionate. si notano anche le prime defezioni eccellenti (Barbirotti) e le prime serie difficoltà “politiche”, vedi CSTP. Secondo me la caduta è prossima e quando succederà saranno in molti a dire di non essere mai stati deluchiani, compresi alcuni degli odierni commentatori…..

  6. Ci vuole coraggio a sparlare del prossimo quando ci si comporta come si comporta Fausto Martino.
    Una provincia completamente “ingessata”. Aziende che non possno decollare perchè il “no” è sistematico da parte dei beni ambientali.
    Povera gente che chiede le cose più semplici, alle quali avrebbe diritto, ma il “censore” Martino e la sua corte dei miracoli, obbediente alla parola del signore, dice sistematicamente NO.
    Mi pare giusto qusta gente è abituata ad essere trattata male, non ricorre, non conosce i propri diritti o spesso non ha la forza economica per ricorrere, perchè il ricorso al Tar costa ed anche perchè, stranamente il Tar concede solo sospensive ed il padreterno martino può fare i suoi comodi.
    Guardando tutti i dinieghi ed i ricorsi mi viene da pensare che ci sia uno strano accordo: Martino dice no il povero Cristo paga l’avvocato, il tar concede la sospensiva il povero imbecille ripresenta la pratica e martino dice di nuovo no e si ricorre di nuovo dall’avvocato………all’infinito…..
    Com’era la faccenda della putana …..”ottimista e di sinistra ?????

  7. Scusatemi ma dov’è la professionalità di questo signore? Ho dubbi anche sulla sua laurea in architettura, infatti chiederò a breve una verifica sulle competenze.

  8. Troppo livore, con implicazioni tecniche e di filosofia urbanistica cui nè io, nè altri a tal livello possono approcciare. Certo la storia divide gli uomini e Lei e De Luca siete due entità chiaramente divise dalla storia. Tutte e due stimabili per principio, cui riconsocere una funzione nella società. Il suo dissenso, quindi, prima ancora della eventuale essenza costruttiva, è democraticamente legittimo e utile nel merito.
    Non condivido però, oltre che il livore, i giudizi sull’operato in termini assolutistici: c’è una visione di città che Lei, dal suo punto di vista (autorevole, legittimo e di merito), critica.
    Io nel mio piccolo, ritengo che la spinta verso l’Europa certamente non si è ancora concretizzata in competitività urbanistica ed ottimalità di pianificazione, anzi di filosofia dell’urbe, ma comunque ha contribuito ad allontanarci da altri problemi.
    Il nostro dibattito è prova del valore di quanto fatto: noi non parliamo di rifiuti, non parliamo di Cesaro e Cosentino, non parliamo di Zuccherino a Pagani, non parliamo dei clan della camorra, non parliamo di interi quartieri abusivi, non parliamo di quartieri bronx.
    Le pare poco?
    Certo, la strada per Barcellona è lunga, ma è lunga anche la distanza che abbiamo creato con Nocera, Pagani e Casal di Principe.
    L’invito sommesso è quello, quindi, di perseguire le proprie ottimalità individuali, nei dibattiti scentifici difendere a spada tratta le proprie tesi, nella strada però, anche quella metafisica dei blog, non corriamo il rischio di tornare indietro… Lei non abita a Pisa, a Bologna a Pavia, a Barcellona. Lei per strada la sera ancora sente l’accento nocerino e casertano ….

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