Morire…di solitudine!
Succede anche questo. Che la diffidenza blindi la solidarietà. Un tempo, il buon samaritano, che scendeva dalla Gerusalemme metropolitana, pur sempre pronto ad accorrere. A prestare la sua opera al malcapitato. Oggi la paura. Che anche il finto traumatizzato, si risollevi dal selciato, aggredendo il soccorritore. E’ già accaduto. Ecco perchè, a Napoli, nelle ore più accorsate dall’euforia e dal viavai, nei giorni scorsi, per un regolamento di conti, colpito un terzo incomodo. A terra senza essere soccorso da alcuno. Malgrado le urla lancinanti della moglie, per lo straniero nessun buon cireneo. Tra l’indifferenza e la diffidenza. Una vita umana abbandonata alla morte. Nella sua lotta per sopravvivere. Lo specchio dell’odierna nostra mentalità. Farsi i fatti propri, evitando il coinvolgimento in azioni o in episodi che potrebbero danneggiare. Non solo in termini d’immagine. Si finisce così, per affermare l’egoismo più sfrenato. Il menefreghismo a quanto non coinvolga direttamente. Un tempo, le buone regole del vicinato affratellavano. Da un bel pezzo, nei grossi contenitori metropolitani, l’individualismo del pianerottolo. Gli stessi coinquilini, squadrati di sbieco. La qualità della vita, piuttosto scadente. Mentre l’ orca disoccupazionale, agguanta e divora, la solitudine di chi muore nel caos della collettività. Anninetato lo scoutismo più vergine: la solidarietà, habitus d’ altri tempi?