Il teatrino delle Destre

Angelo Cennamo

A pochi giorni dall’elezione di Edmondo Cirielli, l’affermazione del centro destra alla Provincia di Salerno appare già funestata da una mesta vicenda di spartizioni. Il neo presidente ha individuato i membri che faranno parte della sua giunta. Li ha scelti, immaginiamo, secondo i criteri della competenza e del merito, nel rispetto dei dati elettorali raccolti dalle forze politiche della coalizione vincente. Gambino, Sica, Iannone, l’avvocato Bellacosa, sono personalità di tutto rispetto. La scelta di Cirielli è tecnicmente insindacabile, eppure la lista dei nomi diramata alla stampa ha sollevato un vespaio di polemiche e di contestazioni all’interno del Pdl, tra ex forzisti ed ex aennini. Lo spettacolo offerto all’opinione pubblica è disarmante. La destra, che ha abilmente costruito il suo successo elettorale condannando le logiche clientelari e lottizzatrici dei propri avversari politici, rischia così di cadere nella stessa trappola dell’autoreferenzialità e dell’ingordigia, vizi che ha sempre disprezzato e combattuto dai banchi dell’opposizione. Cirielli, che è uomo determinato e a volte testardo, farà bene a resistere alle incursioni e alle pressioni di chi dovrebbe spendere il proprio tempo in altri luoghi, piuttosto che interessarsi di questioni che spettano e competono unicamente al presidente della Provincia. La trasposizione a livello locale delle “investiture berlusconiane” non giova a nessuno. Ci piacerebbe ricordare Il ministro Carfagna per l’ottima legge sul reato di stalking, l’onorevole Cirielli per la sua riconosciuta autonomia. La bagarre ed il malcontento scoppiato nel Pdl non sono casuali. Nascono da una serie di innesti infelici che Cirielli e Mara Carfagna hanno praticato in prossimità della fusione tra Fi ed An, a danno di ben altre risorse umane, costrette ad emigrare altrove, alla ricerca di un’improbabile isola felice. Gioie e dolori di una politica che sembra sempre uguale a sè stessa.