Gay pride brasiliano: ancora Carnevale!

di Rita Occidente Lupo

San Paolo, Brasile,  farsa carnevalesca per il gay pride, tra un milione circa di persone. Atterrite a chiusura, per l’episodio della bomba, che ha coinvolto ventuno feriti. Un modo per urlare la dignità dei diritti e per sfoggiare la diversità. Stavolta più che mai colorata. Si sa, il Brasile, per antonomasia la Terra del folklore. Variopinto il corteo, stigmatizzante tra oscenità ed ostentazione, quasi un privilegio la diversità. Ma la tematica tratta ben altro. E le associazioni di categoria, militanti da anni, per veder non sconfessate le proprie idee, ma elevati i propri privilegi, in barba ad ogni etica moralistica e ad ogni religiosità cattolica, da tempo non l’ hanno afferrato. Continuano a sbeffeggiare la loro sessualità, nel momento in cui la impongono forzatamente. Omosessualità ed eterosessualità, due aspetti della sfera umana. La prima, da sempre esistita, oggi in avanscoperta per la sua legittimazione. Addirittura si pretende che passi naturale, l’innaturale. E che il presidente “abbronzato”, frase storica delle ormai infelici battute del premier Berlusconi, legittimi i diritti della categoria. Contro ogni forma discriminantemente omofobica, il pride. Ma contro la naturalezza dell’essere no. Probabilmente, vedere due gay in grembiulino, nelle faccende domestiche, può sembrare del tutto naturale, a chi ormai non riesce più a distinguere il bianco dal nero. Il giusto dall’errato. Il soggettivismo imperante rischia di offuscare anche le coscienze. In quanto all’etica, ognuno se ne fa una a proprio uso e consumo. Assistere per strada, al Carnevale di Rio, nelle più sconce movenze omo, quasi una fiction, nella kilometrica parata brasiliana. I diritti non si portano avanti con battaglie scadenti nel cattivo gusto e nell’amplificazione degli atteggiamenti. Soprattutto quando a monte c’è un vissuto di sofferenza, che in ogni caso comporta la diversità. Probabilmente, anche stavolta, saranno riportate queste mie asserzioni, sui blog che le associazioni di categoria, da qualche tempo, traslano, bersagliando Pontifex, senza alcuna autorizzazione. Intendo ricordare che tale operazione non può essere effettuata senza regolare consenso e che accuse denigratorie, offrono il fianco a querele. Per conoscenza, informo che tranquillamente possono essere ripresi i miei editoriali, come questo, dall’attuale quotidiano che dirigo, giacchè sulle colonne romane, vengono inseriti solo in un secondo tempo. In quanto alla mia penna, sono lusingata degli apprezzamenti, che constato di persone purtroppo con sparute conoscenze, sia del giornalismo, che della lingua italiana. Da docente anche di latino e greco, invito qualcuno dei più tenaci, che non riesce a comprendere il mio stile ( mi rendo conto è troppo impegnato a sfilare),  a scorrere le rassegne nazionali della cultura, sperando che almeno quelle le riesca a decodificare, nelle quali troverà a mio attivo migliaia di pubblicazioni, partendo dai quotidiani locali a quelli nazionali, da La Città a Il Mattino, più periodici da me diretti, ben tre libri pubblicati,  otto anni di capo redazione televisiva e concorsi nazionali vinti. Mi rendo conto che non è da tutti giungere a tali livelli nazionali, per cui mi adeguo anche agl’ignoranti frustrati nella loro diversità, ai quali però, al di là di ogni carità cristiana, che va saputa dosare, per evitare che scada in debolezza, ricordo che i miei scritti non sono mai risuonati etichettanti nei loro confronti. Pertanto, nella serietà deontologica del mio ruolo, sporgerò adeguate denunce, per eventuali ulteriori attacchi professionali meramente gratuiti.

21 pensieri su “Gay pride brasiliano: ancora Carnevale!

  1. L’eccesso non è nel Gay Pride. Anche le suffragette inglesi adottarono mezzi di pubblicità alquanto estrosi, bizzarri e controcorrente. Ma ponevano un problema legittimo e la storia ha dato loro ragione. Eppure l’opinione pubblica le apostrofò nel peggiore dei modi, facilmente immaginabili.
    L’eccesso è una sorta di esercizio dovuto da parte di chi rivendica i propri diritti e deve smuovere coscienze troppo pigre, e lo dico nella convinzione che taluni di questi eccessi siano davvero di cattivo gusto e non riesco a farmeli piacere.
    Ma dobbiamo stare alla sostanza del problema: c’è o no un’emarginazione sociale e culturale dei gay? Hanno o no gli stessi diritti degli altri cittadini? Tutto questo non si prefigura, all’inizio del terzo millennio, come una forma di discriminazione incivile?
    Io credo nella libertà individuale di ciascuno di noi, nella libera scelta di essere etero o omosessuale, ma di poter godere di analoghi benefici di legge e analoghi adempimenti.
    Naturalmente rispetto chi non la pensa come me ed esigo il medesimo rispetto. E analogo rispetto va per un direttore di giornale che ha proprie idee, anche opinabili, ma, mi pare di poter dire, non ha mai ingabbiato il dialogo. Dunque, solidarietà a Rita Lupo Occidente e invito al dialogo. Spesso l’incomprensione nasce dalla mancanza di un reciproco avvicinarsi per illustrare le proprie idee.
    Giuseppe Foscari (Sinistra e Libertà)

  2. Ha ragione Foscari, è l’intera storia giornalistica della direttrice (dagli articoli ai dibattiti tv) a testimoniare della sua assoluta libertà e indipendenza nel rispetto deglli altri, delle diverse opinioni e delle libetrà individuali di ognuno.

  3. Mi sembra assurdo che proprio chi ha scelto in piena libertà personale possa permettersi il lusso di attaccare e criticare chi da libero giornalista esprime la propria opinione senza offendere o intaccare la privacy di nessuno.

  4. Seguo da molto tempo la direttrice dal punto di vista giornalistico. E’ la garante doi ogni libertà di pensiero. Come si permettono di metterla in discussione.

  5. Leggo con attenzione e mi meraviglio che la direttrice del primo quotidiano on-line della nostra provincia possa essere messa in discussione proprio su un aspetto a Lei molto caro: la libertà di pensiero di tutti. Evidentemente non hanno niente da fare.

  6. L’evoluzione della natura e dell’uomo passa indubbiamente per una serie di stadi, di passi evolutivi che, lungo l’arco di migliaia di anni (civiltà) determinano il cambiamento di comportamenti della società umana che trova il proprio equilibrio nel diritto inteso come ordinamento scritto e non scritto che vale per la maggioranza e la minoranza degli uomini. Noi viviamo in uno stadio di civiltà in cui si cerca di trovare, attraverso lo strumento democratico(Partecipazione e rappresentanza),un equilibrio tra due valori spesso in rotta di collisione tra loro: libertà e uguaglianza.
    Nessuno mette in dubbio che l’omosessualità appartenga alla natura e all’uomo e quindi, in quanto tale ne vada riconosciuta l’esistenza e,di conseguenza, ne vadano tutelati i diritti, in nome della libertà dei diritti soggettivi e dell’uguaglianza tra gli uomini.
    Ma,allo stadio attuale della nostra evoluzione e della nostra civiltà, fino a prova contraria ,la società si fonda sulla famiglia, la famiglia si fonda su un uomo ed una donna ed i loro figli-
    Finchè la società umana si fonda su questo modello di famiglia, l’ordinamento giuridico,che legge e rispecchia i comportamenti sociali, non può che tutelare prioritaramente questa primigenia cellula sociale. Tutto il resto può essere riconosciuto e tutelato nella misura in cui non viola la struttura familiare.
    Ben vengano quindi tutte le manifestazioni che mirano a porre in evidenza le esigenze della minoranza omosessuale. Ma i movimenti omosessuali non possono pretendere di prevaricare la maggioranza della società civile.
    Altrimenti la naturalità della loro esistenza e del loro essere diventerebbe innaturalmente antidemocratica.

  7. Sono del parere che i giornalisti dovrebbero riportare le notizie così come sono realmente,purtroppo non sempre accade!I tuoi articoli sono scritti con grande dovizia,senza mai trascendere nel cattivo gusto,anzi,riesci anche a dare quel pizzico di colore che non guasta mai.Non dare peso alla gente che sparla,il mondo è fatto anche di loro;continua così,qualsiasi operato fatto con passione è sempre fatto bene e tu lo sai fare benissimo!
    E’ un piacere leggerti!!!
    Un abbraccio
    M.Josè

  8. Nel 2009 non è possibile pensare di poter limitare la libertà di stampa con aggressioni verbali e stratagemmi vari.

  9. Siamo in un paese civile e rispettiamo il pensiero del mondo gay; pretendiamo che venga rispettato anche il pensiero giornalistico.

  10. Il pianeta gay dovrebbe però capire che la libertà individuale non deve mai ostacolare la libertà collettiva. Brava direttrice.

  11. mi sento sereno nell’affermare che la libertà di questo giornale deve essere di monito a tutti.

  12. cadiamo sempre negli stessi errori dando spazio e spago a chi non intende confrontarsi in un sereno ragionamento.

  13. gay o non gay il problema è la libertà di pensiero e, quindi, di stampa. Che piaccia o no. Brava direttrice.

  14. Se la direttrice ha scritto il suo pensiero non so cosa ci sia da contestare. ritorniamo subito alla normalità. un caro saluto.

  15. io sono un uomo libero, ho scelto in libertà la mia appartenenza sessuale e non contesto minimamente la Direttrice che può benissimo pensarla in un altro modo. in caso contrario saremmo tutti massificati.

  16. Un editoriale condivisibile nella sua interezza. Ignobili le offese indirizzate alla collega Rita, dilaganti su certi siti. La lotta per la piena epressione sessuale non deve scadere nella offesa gratuita nei confronti di chi adduce, con genuinità di pensiero, pareri e opinioni distanti oppure opposte. Chi chiede rispetto deve dare rispetto.

  17. Giornalista o Opinionista?

    La direttrice sembra chiamare in causa il credito che merita come giornalista per giustificare cio’ che si scrive da opinionista. Nel mio parere queste professioni hanno due ruoli completamente separati.

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