Letto alla Radio: la fiction televisiva

E’ stata definita, non per caso, una “bussola” utile per orientarsi nell’universo della fiction televisive, e saperne qualcosa di più sui meccanismi che si celano dietro al grande successo di serie tv molto amate, tra cui “I Cesaroni”, solo per citare una delle più apprezzate degli ultimi tempi. La bussola in questione è il libro di Giorgia Iovane “La fiction televisiva”, uscito recentemente nelle librerie italiane per le guide “Le Bussole” della Carocci Editore. L’autrice sarà ospite di Radio Alfa, lunedì alle 18.45, in occasione di un nuovo appuntamento con “Letto alla Radio”, la rubrica curata da Annavelia Salerno dedicata ai libri, ascoltabile anche in streaming su www.radioalfa.fm. Il libro è un vademecum per i telespettatori, chiaro, economico ed essenziale, su uno dei generi più diffusi nei palinsesti televisivi fin dalla nascita della televisione, eppure, ancora oggi, probabilmente ancora uno dei meno…svelati della tv. “La fiction televisiva” si divide in cinque capitoli che raccontano il genere, la sua storia, suggerendo anche una possibile analisi. Il tutto corredato da un’appendice con i titoli più significativi per l’immaginario italiano (da I Promessi Sposi a Maigret, da Radici a Beautiful, da Sex and The City a Il Commissario Montalbano) ed un breve glossario per fare propri i termini più tecnici. La guida “La fiction televisiva”, tuttavia, non si rivolge solo a chi tradizionalmente ama la televisione ed in particolare la fiction, ma a tutti coloro che vogliono saperne di più su un settore che riscuote grandi consensi; uno strumento, dunque, utile per tutti, dal comune telespettatore al giovane studente. Ma la guida di Giorgia Iovane è soprattutto uno strumento che permette al lettore-telespettatore di orientarsi in un genere articolato, e che contribuisce a sfatare alcuni luoghi comuni che da sempre caratterizzano la fiction, che invece, il più delle volte, rivela un alto valore sociologico e conferma il suo ruolo culturale in quanto elemento capace di restituire un’immagine veritiera del sistema sociale di riferimento. Un genere, dunque, amato anche se non sempre apprezzato, che è anche “una straordinaria industria”, ma che deve sapere produrre storie mai banali, intarsiate di verità, per “restituire un pezzo della società in cui queste storie vengono realizzate”.