L’angolo dei giovanissimi:contromisure per la pirateria informatica

 Alessio Ganci

Purtroppo, come succede in tutte le rivoluzioni, quella telematica ha portato dei vantaggi, ma anche degli svantaggi. Infatti, i produttori di musica, film, libri e programmi, sono seriamente ostacolati dalla pirateria. Questo si tramuta in una grossa perdita di denaro per i produttori. È bene quindi che produttori e acquirenti collaborino a contrastare la pirateria. La prima mossa, la deve compiere il produttore, che deve applicare protezioni adeguate al proprio elaborato. I produttori di musica e di film, ad esempio, si affidano da sempre alle protezioni da copia per CD e DVD. Le protezioni più usate, generalmente, funzionano generando falsi errori nel disco, impedendo così la masterizzazione. Purtroppo, queste protezioni, sono bypassabili tramite dei programmi che permettono la masterizzazione di contenuti ignorandole completamente. Per quanto riguarda un autore di libri, ci sono più speranze per impedire la copia illegale: i libri, sono quasi tutti nel formato PDF (Portable Document Format) creato da Adobe. Questo formato, supporta una crittografia del documento, affinché lo stesso, abbia delle restrizioni di copia, stampa o  per entrambe. Le crittografie esistenti sono la 40 Bit, molto debole e bypassabile e la 120 Bit, inviolabile con gli strumenti di hacking esistenti al giorno d’oggi. Purtroppo, manca ancora la crittografia militare a 1024 Bit, disponibile appunto, solo per i documenti militari segreti. Comunque, indipendentemente dal tipo di crittografia, ogni protezione per i file PDF, può avere dei punti deboli: in una protezione dalla copia (che però permette la stampa), il pirata informatico può stampare il PDF con una stampante virtuale che crea i PDF (oggi, ne esistono molte, anche gratuite) e quindi, può generare un altro documento, che però non ha nessuna protezione. Invece, il punto debole presente in tutte le protezioni che bloccano la stampa, ma permettono la copia, è quella di prelevare il testo di un documento PDF, inserirlo in un documento Word e da lì, convertire il documento in PDF con la stampante virtuale. Però, se viene bloccata sia la copia e sia la stampa, allora la protezione risulta effettivamente molto difficilmente violabile. Per quanto riguarda i famosi programmi che rimuovono le protezioni dai PDF, quasi tutti, non funzionano come dovrebbero. Invece, la vita più dura, è quella di chi crea programmi: i pirati informatici possono disassemblarli  e generare seriali, oppure, li possono semplicemente violare cambiando alcuni parametri. Quindi, le misure che uno sviluppatore software deve prendere in considerazione, sono una compressione del listato del programma con UPX. Questa protezione può essere rimossa con lo stesso programma, però è comunque un buon inizio. Dopodiché, bisogna applicare un grande numero di protezioni, di cui gli strumenti per rimuoverle, o sono inesistenti, oppure sono proprio rarissimi od in fase di distribuzione. Il programma per applicare queste protezioni si chiama tElock e purtroppo, è molto poco conosciuto. Lo stesso programma, non permette però di rimuovere le protezioni. In altre parole, programmatore e hacker combattono un duello basato sulla conoscenza della tecnologia e sull’intelligenza.Dopo aver specificato le possibili mosse dei produttori, insieme alle contromosse che possono compiere i pirati informatici, specifico quello che, secondo me, dovrebbe fare l’utente: semplicemente, non comprare produzioni pirata. Per evitarle, non bisogna mai comprare le produzioni su siti di aste online, ma dai siti dei produttori stessi. Tuttavia il costo di alcuni software utili per lo studio (e non per svago) è così proibitivo, che la tentazione dello “hacking and cracking” è naturale. Perché non incoraggiare un acquisto “regolarmente licenziato” riservato a studenti?

 

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