Fenomeni sociali: Emigrazione ed Immigrazione
La società moderna è caratterizzata da tantissimi fenomeni che la caratterizzano e la identificano. Sia l’immigrazione che l’emigrazione sono dei fenomeni della società moderna, i quali sono sempre esistiti nella storia. Ormai la questione legata alle migrazioni è un qualcosa che vive nella nostra società che è diventato un qualcosa di normale. Ormai i media trattano tale argomento frequentemente e le notizie riguardo all’arrivo di stranieri in Italia è all’ordine del giorno. Le notizie né sempre sono confortanti e creano molti disaggi; comunque coloro che arrivano in Italia per studio, lavoro e ricongiungimento famigliare non fa notizia. Spesse volte ci poniamo delle domande riguardo a quello che ci circonda e a determinati fenomeni sociali, e nella maggior parte delle volte non ci preoccupiamo a darci delle risposte. Molte altre volte diamo per scontato oppure siamo talmente abituati a vivere e convivere con certi fenomeni sociali che questi spesse volte passano in un secondo piano, non perché non sono di interesse pubblico ma solo perché ormai fanno parte della società e delle nostre vite. Ciò avviene a causa del frequente bombardamento di notizie, sono delle situazioni che ormai fanno parte della società in cui viviamo diventando non più fenomeni sociale ma rientra nella normalità di tutti i giorni. Sono svariate le motivazioni che portano delle persone a prendere in considerazione l’emigrazione. Le cause sono svariate e molto diverse tra di loro, tra le più frequenti ci sono ragioni di carattere economico, dove si cerca di sfuggire alla povertà con la viva speranza di poter migliorare le proprie condizioni di vita; per lavoro, alla ricerca di un impiego migliore e sicuro; possono aver origini politiche, ad esempio dittature, persecuzioni, guerre,genocidi; di carattere religioso, persone che non possono praticare nelle proprie terre il proprio credo religioso; per motivi naturali, come alluvioni, terremoti, carestie; per motivi sentimentali e di studio, e tantissime altre motivazioni. Le migrazioni non avvengono solo in un luogo preciso del nostro pianeta, ma è un qualcosa che investe e caratterizza tutto il mondo ed è uno di quei fenomeni sociali tra i più problematici e controversi per via delle cause e della conseguenze che ne derivano. In un emigrante vive la speranza di cambiare la propria vita in meglio, questi abbandonano le proprie case, i propri affetti e le proprie terre alla ricerca di un sogno che purtroppo ne sempre viene realizzato. Molte le difficoltà problematiche che si incontrano sia per gli emigranti che per le nazioni che gli accoglie. Questo è un fenomeno difficile da essere gestito con saggezza e prontezza per affrontare tutte le situazioni e problemi che caratterizzano le migrazioni. Le mete scelte da queste persone sono quelle nazione cosiddette sviluppate o in via di sviluppo. In Italia oggi numerosi immigrati che vivono in tutta la Penisola, la maggior parte di essi provengono dalla Romania, Albania, dall’ex Yugoslavia e dal Nord Africa. Le principali comunità straniere che vivono in Italia provengono dalla Romania, dall’Albania, dal Marocco, dalla Cina, dall’Ucraina, dalle Filippine, dalla Tunisia e dalla Polonia. L’immigrazione in Italia è un fenomeno relativamente recente, che ha iniziato ad aver dimensioni più consistenti agli inizi degli anni ’70 per poi diventare, col passare dei decenni, un fenomeno caratterizzante della demografia e della società nei primi anni del XXI secolo.
La sociologia nasce nella prima metà dell’ottocento proprio a seguito del notevole aumento del flusso migratorio dalle campagne verso le città, come diretta conseguenza del processo di idustrializzazione, che coinvolse l’Occidente. Da sempre la figura dello straniero ha rappresentato un interessante oggetto di studio delle scienze sociali, sia in rapporto al fenomeno dell’integrazione sociale del singolo sia a quello relativo al gruppo etnico in ambito culturale. Georg Simmel ha associato il grado di integrazione dello straniero in una società al grado di densità morale della stessa. I cosiddetti “Social problems” furono descritti ampiamente da William Thomas in collaborazione con Florian Znaniecki nell’opera “Il contadino polacco in Europa e in America” nel 1920. Oggi si parla di multietnicità e poi, spesso, non riusciamo nemmeno a vivere in accordo nemmeno col vicino di casa. Il problema nasce con la fatica crescente del singolo nel vedere riconosciuta la propria identità individuale, col conseguente aumento dell’insofferenza nei confronti dell’ “Altro” in generale. Eppure nell’epoca della globalizzazione dovrebbe essere più semplice lo scambio culturale, paradossalmente avviene proprio il contrario. Ma poichè la convivenza di più culture in stessi contesti sociali è già un fatto, molto probabilmente sarebbe lungimirante promuovere un clima di accettazione, più che di sopportazione.
Giovanna Rezzoagli
E’ vero: viviamo ormai in una società multietnica e multiculturale, ci piaccia o non ci piaccia. In teoria questa situazione dovrebbe favorire l’arricchimento culturale, la riflessione sul relativismo dei costumi e sul pluralismo, la tolleranza religiosa, ecc. In realtà vediamo aumentare gli episodi di razzismo e gli atteggiamenti xenofobi (e le recenti elezioni europee hanno premiato un po’ dovunque i partiti “territoriali”). In tempi di crisi sembra che valga più la paura che non la ragione o la solidarietà. Certo è che meno ci si conosce e più si temono i diversi da noi. Ma non c’è vera conoscenza senza dolore (come ben sapevano i Greci)e la via del pregiudizio continua ad essere la più facile e la più praticata: pre-giudizio, cioè giudicare prima di conoscere; pre-giudicare, condannare senza prove e senza processo, magari per sentito dire o per conformismo. E’ questa la democrazia? Direi piuttosto che è la demagogia; e i demagoghi, oggi, si sprecano.
Fulvio Sguerso