Castel San Giorgio: S. Maria di Costantinopoli

 

Anna Maria Noia

S. Maria di Costantinopoli, festeggiata a maggio e/o giugno, era (ed in qualche modo è) una delle più antiche festività dedicate alla Madonna, e si celebra ancora oggi in Aiello, frazione di Castel S. Giorgio.Il modo in cui si svolge questa festa “mobile” (perché legata alla Pasqua) è tale in tutti i paesi che hanno subito l’influenza bizantina, particolarmente in Basilicata.La festa di cui stiamo trattando si svolge il settimo (numero magico e fortunato) martedì dopo la Pasqua, e cioè due giorni dopo la Pentecoste. C’è anche la processione, che “investe”, riguarda tutti i paesi vicini ad Aiello (per esempio le frazioni S. Maria a Favore, Campomanfoli) e avviene di mattina per terminare poco dopo mezzogiorno con il “volo degli angeli”, ovvero l’impetrazione a Maria, che è invocata da due fanciulle sospese in aria e vestite d’azzurro l’una, l’altra di rosa: i colori pastello dell’innocenza, del cielo, della primavera, del sesso degli angeli).Il “volo degli angeli”, che avviene quando le bambine vengono innalzate in aria per mezzo di una sorta di carrucola di legno detta “ngegno”, si può vivere con commozione rifacendosi alle antiche tradizioni bizantine e usanze sia alla mattina, dopo la processione, sia – in genere anche in caso di pioggia – a mezzanotte; ciò per augurare fertilità, abbondanza nei raccolti ma anche felicità, armonia. Le due bimbe del “volo degli angeli”, che richiama curiosi e devoti da tutti i paesi limitrofi, cantano nenie con ritmo cantilenante: dieci strofe di cui una per chiedere grazie alla Madonna,, diversamente però dai Misteri pasquali di Bracigliano, pure bizantini (lì il momento è tragico).Il “volo” è accompagnato dalla banda musicale, una “piccola banda”: la tromba, che dà linea musicale; il tamburo rullante, per il ritmo; il trombone e spesso anche il clarino. Ogni anno le bambine prescelte per il rito di cui diciamo variano tra le piccole della comunità sangiorgese. Il “volo degli angeli” riprende un’antica “sacra rappresentazione” in cui si poteva assistere alla lotta tra il diavolo, angelo cattivo, e gli angeli buoni. Il tutto avveniva dinanzi la chiesa. Il diavolo rappresentava e rappresenta tuttora la tentazione terrena, il peccato, e l’impetrazione alla Vergine attuata dagli angeli lo sconfiggevano e lui si ritirava lasciando nell’aria una zaffata di zolfo. Tutto ciò era molto spettacolare, scenografico. Gli angeli sono oggi “sostituiti” dalle fanciulle. Il cavo del “volo” va dalla chiesa omonima della festa (appunto S. Maria di Costantinopoli, in Aiello) a una rudimentale costruzione a torre, che prima non c’era e si andava invece verso il tiglio, albero sacro – ricordiamo “a’ teglia” di Acigliano, frazione di Mercato S. Severino – che eleva i suoi rami verso il cielo ed essi vanno verso il Paradiso…Come in tutte le feste bizantine (uguali nelle ritualità nelle zone “toccate” dall’influsso di questa civiltà) anche ad Aiello si mangia pesce, in questo caso le sarde arrostite in pinzimonio: olio, aceto e foglioline di menta, il cui aroma acre si spande per l’aria, impregnando le mura delle case. A Mercato S. Severino, invece, a primavera si sente l’odore di carciofi arrostiti. Ma perché la festa della Madonna di Costantinopoli cade proprio il martedì dopo Pentecoste? Perché è il primo giorno che la Madonna e gli apostoli ripieni di Spirito Santo, escono dal cenacolo e si mettono a predicare il Vangelo e la Parola di Dio. La Madonna di Costantinopoli, detta: “hodigitria” è la stessa Madonna dell’Ascensione, che però viene definita: “lattòloga”, come la Madonna delle Grazie, a volte raffigurata o ritratta col seno da fuori; il giorno dell’Ascensione si prepara infatti, almeno a S. Severino, pasta (tagliatelle) quagliata nel latte, proprio a ricordo del latte simbolo di vita che la Madonna perde dall’emozione nella montata lattea quando vede Gesù che se ne va un’altra volta dopo la morte, ma in questo caso verso il Cielo. Il martedì della festa di S. Maria di Costantinopoli è il giorno in cui si celebra la nascita dei primi frutti della terra, che si offrono al Cristo asceso al Cielo.Proprio per tale motivo da S. Cipriano Picentino, il giovedì dopo la Pentecoste, ossia due giorni dopo la Madonna di Costantinopoli, parte una processione che attraversando a piedi la catena dei monti Picentini giunge a Montevergine, da Mamma Schiavona, protettrice anche dei “femminielli” (rito misterico preromano, precedente anche i culti bizantini), portando i prodotti della terra.Olio e vino non mancano di essere offerti, dopo l’andata a Montevergine, in particolare l’olio serve ad alimentare la lampada della fede presente nel santuario della Madonna del Partenio. Ciò per onorare un’altra delle tante Madonne bizantine, anch’ella scura in volto come il colore dei Palestinesi e degli Ebrei, perchè Maria viveva in quei luoghi; nera come la Vergine di Jasna Gora in Polonia. I primi frutti della terra oltre ai piselli (risi e bisi si assaggiano il 25 aprile per la festività di S. Marco, soprattutto in Veneto) e alle fave (S. Maria a Favore può derivare da “fava” o da “favàle”, toponimo che ricorda il membro maschile), sono cipollotti e ciliegie maiatiche.Tornando a noi e a Castel S. Giorgio, i nomi più frequenti nel paese sono: Costantino, Nobile e Nobilina, al femminile. Essi derivano da “Costantinopoli, Costantinopolina”.Questa festa ricorda pure l’incendio di Costantinopoli, avvenuto ad opera dei Turchi quando si impossessarono di Istanbul nel Medioevo.

 

3 pensieri su “Castel San Giorgio: S. Maria di Costantinopoli

  1. Ciao Sign/a/ina Anna Maria, complimenti per l’articolo sulla nostra chiesa. Conoscevo il suo papà Gino, persona molto umile. Riguarda all’articolo le debbo segnalare che il luogo dove si trova la Chiesa S. Maria di Costantinopoli è Campomanfoli e non come erroneamente scritto Aiello, anche se la chiesa appartiene ad entrambe le frazioni. Non so chi le ha suggerito questo, ma purtroppo non ne possiamo più di sentire o vedere scritto Aiello. Si continuano a fare errori, Aiello ha la sua chiesa antica, il SS. Salvatore sulla quale ho scritto anche un libro di ricerche storiche. Campomanfoli, giusto per notizia, è il casale più antico del Comune attestato dalla presenza di reperti archeologici del IV secolo a.C. Mi scusi per l’intervento ma non si possono tramandate cose sbagliate, bisogna far conoscere il proprio territorio. Grazie della collaborazione. Giuseppe Benevento

    1. Caro dr. Giuseppe Benevento, la ringrazio moltissimo per le informazioni, di cui terrò comunque conto per prossimi articoli/pubblicazioni. La ringrazio anche della sua gentilezza.
      Le assicuro che cercherò di correggere ciò che di errato risiedeva nel mio articolo. Anzi, siccome mi piace leggere e interessarmi – anche – di storia e tradizioni locali, la invito a mettersi in contatto con me per (magari) avere tra le mani qualche sua opera, anche se tra i “miliardi” di libri che mio padre mi ha lasciato in eredità andando a cercare ci sarà sicuramente qualcosa scritto da lei! Comunque ritengo proficuo questo commento e contatto, anche se
      giustamente lei mi ha corretto le sbagliate informazioni che ho pubblicato. Se le fa piacere, può chiedere al direttore Rita Occidente Lupo i miei contatti oppure consultare l’elenco telefonico nelle pagine di Mercato S. Severino, cittadina in cui abito (alla via Vincenzo Alfano). Cordialmente, Anna Maria Noia

  2. Carissima Dottoressa, preciso che non sono Dottore, magari avrei più cultura, ma sono un Ispettore di P.S. in quiescienza da tre anni e adesso ho 58 anni. Per i contatti penso che non ci siano problemi in quanto sono amico di Gaetano Izzo e del Prof. Trotta Pasquale col quale ogni tanto mi reco a fare ricerche in archivio, i quali credo abbiano sicuramente il suo telefonino. In ogni caso volevo precisare che non ho voluto correggere la sua nota ma solo precisare il sito. Ad ogni modo, mi farebbe piacere se lei venisse il prossimo Martedì o mercoledì poiché a Campomanfoli e d Aiello si festeggia S. Maria Costantinopoli, anche perché negli anni scorsi il suo papà veniva insieme a Gaetano a vivere i festeggiamenti. Le lascio il mio telefonino 331 8689950, quest’anno la celebrazione degli Angeli si svolge alle ore 13.00. L’aspetto. Giuseppe Benevento

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