Salerno: chiusura “Quello che passa al convento”

Due giorni di vera festa al Convento San Michele per la chiusura della seconda edizione della rassegna “Quello che passa al convento”. Venerdì 29 maggio, alle ore 20,30 ultimo  appuntamento con il programma enogastronomico della rassegna promossa dal Convivio delle Arti dei Rozzi e degli Accordati, presieduto da Vito Puglia, con il contributo del Comune e dell’Ente Provinciale del Turismo di Salerno, del Pastificio Amato, della Centrale del Latte e di Salerno Energia e la collaborazione della web radio Unis@und, ospite di Marco De Simone, gestore del Convento San Michele. Con “Si cucine cumme vogl’i’(o)”, curato da Vito Puglia, ispirato dalla raccolta postuma di ricette di Eduardo, la cucina viene presentata come l’espressione culturale che meglio di ogni altra racconta il carattere, lo spirito, il modo di vivere di un popolo o di una comunità, un’epoca. Da questo l’ assunto: in ogni persona colta e sensibile si annida uno cuoco.  Saranno gli stessi organizzatori Alfonso Amendola, Maria Grazia Caso, Antonello Mercurio e Vito Puglia, a cimentarsi ai fornelli, in una serata intitolata C.A.R.A. Cucina. Arte, cinema, musica e imprenditoria per un menù molto raffinato ispirato ai Cotti di Terra e Crudi di Mare. Protagonista assoluta sarà una super ricciola di 22 chilogrammi pescata a traina nell’intenso mare del Cilento. Il principio prevede Alici e ricciola marinata al limone, seguito da un involtino di zucca gialla con all’interno un cuore di sgombro e fiori di zucca imbottito con alici di menaica. Due i primi con un timballetto di zucchine e frutti di mare e zito alla genovese di mare, seguito da un trancio di ricciola in crosta di sesamo, con misticanza di aceto balsamico. Dessert affidato ad un dolce al cucchiaio composto di crema di melone pane con aroma di menta e passito.Sabato 30 maggio dalle ore 21,30, festa al convento con i Tinku – Sonidos del Universo Roland Ricaurte e Alessandro Taborri. Tinku in lingua inca significa incontro e tinku è la comunicazione stretta che trovano due musicisti poli strumentisti di grande talento e vibrazione cosmica. Armati di un arsenale di oltre cento strumenti musicali fra antichi e moderni, di ogni tipo quindi flauti andini, amazzonici, percussioni e batteria, cordofoni come il charango, il tiple, la mandola, il violino e la chitarra; tra i moderni spuntano le tastiere e i sintetizzatori, la voce che racconta col canto il sentire di popoli millenari in lingua kechua, aymarà, spagnolo, italiano e inglese in un contesto di grandi suggestioni utilizzando le immagini video e le opere d’arte, nonché gli effetti visivi come acqua , ghiaccio, fuoco, odori e tanta musica. Tinku rappresenta l’incontro tra due mondi musicali diversi, di grande ricchezza umana e culturale l’Italia e il sudamerica in una chiave di contemporaneità e di grande dialogo attraverso l’arte. A completare la grande notte del convento San Michele le Installazioni in Movimento di Annamaria D’Elia e Eduardo Giannattasio