Napoli: Cittadinanza attiva per gli amici di Elenora

 

 

Napoli, Caffè Gambrinus – giovedì 28 maggio ore 12,30, conferenza stampa di presentazione del progetto alla presenza di: Dott. Armando Masucci, Presidente Onorario di Amici di Eleonora Onlus; Dott. Margherita Rocco, Presidente di Amici di Eleonora Onlus; Dott Luigi Foggia, Coordinatore scientifico del progetto; Prof. Alfonsina De Felice, Assessore regionale ai Servizi Sociali.  Preparare la famiglia ad accogliere a casa il paziente in stato vegetativo, coma o pre coma e sostenerla nel saper convivere e gestire emotivamente il lungo tempo della sofferenza. Questo l’obiettivo del progetto Percorso di cittadinanza attiva ideato dalla onlus  Gli Amici di Eleonora e sostenuto dall’Assessore regionale ai servizi sociali Alfonsina De Felice. Il progetto, che si fonda su una metodologia consolidata, è fortemente innovativo nel contesto regionale, anche perchè in  Campania NON esiste in una Casa dei Risvegli e le famiglie hanno sinora vissuto in solitudine il dramma e la fatica dell’assistenza a malati gravissimi. “Attraverso il servizio di assistenza intendiamo affrontare le pesanti situazioni emotive e psicologiche che le famiglie devono sostenere quando si trovano ad accudire un malato in coma nella fase successiva alla dimissione dall’ospedale – afferma la Presidente della onlus Margherita Rocco – e la nostra proposta è volta ad ascoltare, accogliere e saper gestire il carico di dolore che tale problematica situazione produce, posto che i familiari sono chiamati a gestire un difficile rapporto emotivo con sé stessi oltre a continui ed impalpabili microtraumi e situazioni giornaliere stressanti”. Lo strumento operativo attraverso cui Gli Amici di Eleonora onlus opereranno è la costruzione di  mutual-help-group di non più di dieci persone, guidati da un esperto psicologo che gestirà il dialogo e l’interazione tra i partecipanti nel corso di sedute settimanali. Il progetto si avvale del contributo di figure professionali (uno psicologo, un assistente sociale) e dell’aiuto di volontari (un sociologo, un medico, due assistenti).“Il risultato atteso è il recupero di forze interiori che permettano un riequilibrio individuale e collettivo. Non si tratta di dimenticare o accantonare il dolore – precisa il coordinatore scientifico Luigi Foggia – ma di trovare un nuovo modo per accoglierlo dentro di sé in una accettazione non passiva della malattia”. Al termine degli incontri sono previste delle verifiche finali che saranno poi oggetto di condivisione e riflessione nel corso di un convegno conclusivo a fine anno e che sarà anche occasione di sensibilizzazione sia dei vari soggetti coinvolti (famiglie, professionisti) ma anche delle istituzioni pubbliche e della società tutta.