A Letto alla radio, il chirurgo Lorenzetti

Chirurgia estetica: decine di pagine non basterebbero a racchiudere il variegato mondo che si nasconde dietro questa magica prodezza della modernità tanto ambita da chi anela alla bellezza, quella assoluta, perfetta. Ma Pietro Lorenzetti, chirurgo e direttore scientifico del Villa Borghese Institute di Roma, nel suo primo libro dal titolo “Intelligenza Estetica” (Il Filo editore) riesce a dare un quadro esaustivo di ciò che spinge le persone a sottoporsi ad interventi di chirurgia estetica, arrivando a delineare la figura del chirurgo plastico perfetto, e stabilendo limiti chiari tra ciò che è lecito e ciò che è assolutamente sconsigliabile. Ne parlerà lo stesso autore lunedì a Radio Alfa, nel corso dell’appuntamento con la rubrica di Annavelia Salerno “Letto alla Radio”, in onda alle 18.45 e ascoltabile in tutto il mondo su www.radioalfa.fm. Nel libro, il cui titolo ben sintetizza l’argomento affrontato con estrema diligenza nelle 118 pagine di cui si compone, Pietro Lorenzetti ipotizza l’esistenza della decima intelligenza, quella “estetica”, che è caratteristica e virtù dell’architetto, “che debba monitorare l’opera dell’uomo con quella della natura; del designer, che muove i suoi passi sintetizzando gli stimoli della sua epoca e traducendoli in oggetti o ambienti del vivere quotidiano. Ma anche del pubblicitario che in un’unica pagina deve concentrare un’emozione e indurre un bisogno. L’intelligenza estetica accomuna il talento del fotografo alla sensibilità del regista cinematografico (…). In modo analogo un buon chirurgo plastico deve essere dotato di questo particolare tipo di intelligenza che coniuga la conoscenza anatomica con le possibilità mediche e le sposa con quello che è il compromesso più arduo: mettere insieme l’esistente con i canoni di bellezza in quel momento storico, le mode, le aspettative e la psicologia”. Ciò significa, in estrema sintesi, che il buon chirurgo deve essere in grado di capire fin dove può operare sul corpo del paziente, quali sono le tendenze di quella particolare epoca, quanto è importante per il paziente raggiungere l’agognato risultato. Ma deve anche saper riconoscere i pazienti “timorosi di non riconoscersi dopo l’intervento”, “a rischio dipendenza da ritocco”, e gli eterni insoddisfatti, che sono i pazienti più pericolosi. Un libro da leggere con attenzione, per comprendere come cambiano le mode, i tempi e con essi i gusti e le aspettative dei “clienti” della chirurgia estetica.