Stress condominiale

di Rita Occidente Lupo

Può succedere che anche un tranquillo ascensore, si tramuti in luogo del delitto. Condominiale. A qualunque età, le beghe assedianti la difficile convivenza tra le quattro mura, tragedia. E’ già accaduto. E purtroppo avverrà ancora. Se i nervi non restano saldi. E se non si rende più armonica la vita negli stabili. Gli enormi blocchi di cemento, i casermoni del progresso, location di spietate risse per millesimi ed utenze mensili. Anche in provincia di Milano, un ottantenne ha armato il suo braccio. Caino, non cessa di inveire. La vicinanza, un vero e proprio stalking. In molti casi, non si conosce chi ci vive sul pianerottolo. O chi può tramutarsi in killer. Non sicuri perfino in casa propria. Un tempo si ascriveva agli enormi grattacieli, la mancanza di conoscenza, l’asfissia di rapporti sociali. Oggi  invece, corsia preferenziale, per poter sopravvivere. L’indifferenza. L’anonimato. Al di là delle conviviali chiacchierate condominiali, dei detti triti e ritriti “il vicino, mezzo parente”, viver sereni, allungando le distanze. Se possibile anche di porta e di piano. In antitesi alle parentele acquisite e non di sangue “occhio al vicino!”La movimentata Casa Vianello, solo per sorridere. In ogni buon vicinato che si rispetti, prima dell’assise di routine, sarebbe opportuno un supporto psicologico. Certe tensioni, micce esplosive!  Da stress. Certi incontri, alano. Panacea di giornate carambolesche, gl’incontri periodiodici serali, puntualmente deserti in prima convocazione. Ed alterati in seconda. Vita dura, quella da condomini!