Spiritualità: il Volto Santo di Gesu’ icona di fede

 

Anna Maria Noia

Gesù è in qualche modo il volto umano di Dio Padre: “Chi vede me, vede il Padre”, diceva l’evangelista Giovanni (Gv 13, 9).Guardare frequentemente il volto di Gesù serve (o piuttosto dovrebbe servire) a imprimere la sua Immagine, la sua Persona in tutti quanti noi, in modo che essa Immagine ed essa Persona possano continuamente affiorare alla nostra coscienza. Questo “visualizzare” Gesù tramite l’icona del suo volto consiste nel tenerlo sotto gli occhi e non soltanto con il senso “esterno” della vista bensì per mezzo del senso “interno” dell’immaginazione. Visualizzando diverse volte il volto di Cristo contribuiamo a imprimere la sua immagine e non solo nel nostro intimo: la meditazione aiuta a “entrare” più vividamente, a penetrare il mistero della Trinità. Tracciando le linee guida di un po’ di storia della devozione al S. Volto di Gesù, possiamo dire che tra coloro che esprimevano più devozione al succitato Volto Santo spiccava la carmelitana S. Teresa del Bambino Gesù (morta nel 1897), che volle aggiungere al suo nome la dicitura: “e del S. Volto”.Molti insegnamenti sullo stesso Volto Santo aveva ricevuto suor Maria di S. Pietro, carmelitana francese di Tours (morta nel 1848); ancora più recentemente anche la serva di Dio suor Pierina De Micheli (morta nel 1945) ha avuto molti messaggi riguardo l’immagine del Cristo “riassunta” nel Volto Santo. Ella ha lasciato scritte queste testuali parole: “Il suo Sacro Volto è tutto per me, perché mi porta direttamente al suo Cuore, come se fosse la porta di ingresso.”Anche Pio XII ha affermato che “E’ nel Volto che si rivela il Cuore.”Grande diffusore della devozione al Volto Santo è stato anche il servo di Dio Ildebrando Gregori osb. A suor Pierina Gesù stesso ha rivolto delle parole; a 12 anni, il venerdì santo, la serva di Dio sentì chiaramente questo messaggio proveniente direttamente dal Cielo: “Nessuno mi dà un bacio di amore sul Volto, per riparare il bacio di Giuda.”Il primo venerdì di Quaresima del 1936, poi, nostro Signore le disse ciò che riportiamo in seguito: “Voglio che si dia maggiore onore al mio Volto, che riflette l’intima afflizione del mio animo, il dolore del mio Cuore. Mi consola chi mi contempla.” In seguito, il martedì santo del 1936, disse inoltre il Cristo: “Ogni volta che si contempla il mio Volto, spargerò il mio amore nei cuori, e per mezzo del mio Sacro Volto si otterrà la salvezza di molte anime.”In occasione del martedì santo del 1937, invece, Gesù Cristo espresse: “Può darsi che alcune anime temano che la devozione e il culto del mio Volto venga  a diminuire quella del mio Cuore. Dì loro, al contrario, che [tale devozione] sarà completata e aumentata. Contemplando il mio Volto le anime parteciperanno ai miei dolori e sentiranno la necessità di amare e di riparare. Non è forse questa la vera devozione al mio cuore?”Poi si è verificata la rivelazione della medaglia del Sacro Volto, coniata dopo essere stata rivelata però come “abitino”, di flanella; un po’ come l’abitino della Madonna del Carmine, che deve essere sempre indossato, però può essere indossata anche la sua versione in medaglia.Nel maggio 1938 apparve a suor Pierina la Madonna che aveva in mano uno scapolare, formato da due pannolini di flanella; in uno si vedeva il Sacro Volto, con le parole: “Fa risplendere su di noi il tuo Volto o Signore” (dal salmo) e nell’altro c’era un’Ostia, circondata di raggi e con le parole attorno: “Resta con noi, Signore”.Vi furono tante promesse, poi, da parte della Madre di Cristo riguardo l’indossare (ma sempre, come per lo scapolare della Madonna del Carmine) tale medaglietta, sostituente i panni di flanella, ma non stiamo qui a riportarli.Ma fu anche un’altra volta Cristo in persona ad apparire, sempre nell’anno 1938, alla suora, dicendo con grande tristezza: “Vedi come soffro! È da pochi che sono compreso. […] do il mio Volto come oggetto sensibile del mio dolore per i peccati degli uomini. Voglio che Esso sia onorato con una festa speciale il martedì di quinquagesima, ossia martedì grasso, il giorno del Carnevale, facendo precedere tale festa da una novena, durante la quale tutti i fedeli facciano riparazione con Me, unendosi per partecipare al mio dolore.” Nel 1939 Gesù disse: “Voglio che il mio Volto sia venerato particolarmente di martedì.” La medaglia in breve tempo fu inviata al Papa, poi distribuita a soldati, laici, uomini, donne, giovani, vecchi, bambini, sani e malati, carcerati, prigionieri di guerra, cristiani, ubriachi, persone in pericolo, perseguitati: tutti poterono sperimentare la prodigiosa efficacia della medaglia, riconosciuta come miracolosa. Altre promesse Gesù espresse per coloro che onorano il suo Volto. Per meglio osservare tale pratica (sicuramente) pia, S. Teresa del Bambino Gesù e suor Maria di S. Pietro hanno tramandato la preghiera e la novena al Volto Santo; in questi scritti si ritrova tutto il dolore che il Signore ha potuto provare per l’umanità, allorquando fu tradito, schernito, torturato e infine ucciso per noi, dopo che il volto – ormai tumefatto – era divenuto “orribile” per mezzo delle deturpazioni e della sofferenza, tale da essere brutto alla vista, come “di lebbroso”, di “uomo dei dolori”, non bello anzi ripugnante.