Salerno:rassegna promossa dalla Seventh Degree a Porte Aperte

 

Al via sabato 16 maggio la seconda edizione di Arti di maggio, una rassegna che si rivela quale incrocio sonoro di linguaggi espressivi, promossi dall’Associazione Seventh Degree, di Liberato Marzullo e Antonello Mercurio,  ospite della kermesse Salerno Porte Aperte allestita dal Comune di Salerno.Saranno ben cinque gli appuntamenti di questa serata inaugurale, che prenderà il via alle ore 18 in piazza Abate Conforti con l’istallazione di Ball of hair, un directional toy, una vera e propria sfera  composta di un materiale particolare dalla quale dipartono delle tracce che il fruitore dovrà seguire per scoprire i vari eventi. Le orme di questa palla realizzata dagli allievi dell’Istituto d’Arte “Filiberto Menna”, sotto la guida di Santino Campagna, ci condurranno verso il Complesso monumentale di Santa Sofia, ove verrà inaugurata alle ore 18,30, una mostra collettiva degli studenti del Liceo Artistico “Andrea Sabatini” e dell’ Istituto d’Arte “F.Menna” dal titolo “L’arte a scuola fra evocazioni lunari e Futurismo”, grafica e video, pittura e design, installazioni e scultura, disegni e pastelli per raccontare, da un lato il tema della luna e in contemporanea omaggiare il centenario della nascita del movimento Futurista. Un salto nel cuore della Salerno longobarda per raggiungere il Quadriportico di Santa Maria delle Grazie, alle ore 19, dove si potrà assistere all’esibizione della New Young Salerno Orchestra, diretta da Massimo Amendola, una formazione di giovanissimi strumentisti che eseguiranno musiche di Dvoràk, Ciajkovskij, Bizet, Verdi, Williams e Morricone. Discesa veloce per via Trotula de’ Ruggiero per essere puntuali al vernissage della prestigiosa mostra “Lunatiche: erotica, eretica, eroica”, curata da Antonello Tolve, rappresentante la pseudocelebrazione di un evento storico – la conquista della luna – che si pone contemporaneamente Erotico (perché simboleggia una volontà di potenza e di conquista), Eretico (perché svita definitivamente alcuni freni legati alle distorsioni repressive del contemporaneo), Eroico (perché sottolinea il tragitto dell’Apollo 11 e il primo passo dell’uomo sulla Luna, 20 luglio 1969). In esposizione opere di Lucia Lamberti, MaraM e Rosy Rox incarnano, con i loro procedimenti, questa tensione estetica che buca le pareti del reale per spingere lo sguardo verso la riappropriazione immaginifica di dimensioni artistiche in cui alle sperimentazioni tecniche e creative si intreccia un’ardore del sapere che soppianta il puritanesimo contemporaneo per favorire una visione del mondo in cui il vieto, la censura e la negazione si fanno principio di liberazione e di creazione. Finale in musica al Tempio di Pomona alle ore 21, quando sul palco salirà l’ensemble strumentale dell’istituto d’Arte “F.Menna”, composto da Marco Risi alla chitarra, Benito Ruggia al sax alto, Stefano Gallo alla tastiera, Stefano Laurenza al basso, Doriano Clemente alla batteria, i quali sosterranno le vocalist Oriana Carione, Tiziana Ionà e Roberta Vellucci. E’ Arti di maggio una rassegna che vive del ferace confronto tra giovani e professionisti: dopo il preludio pop di questa formazione scolastica preparata da Luca Buoninfante e Giuseppe Frana, saliranno in cattedra i KlezRoym, con Gabriele Coen al sax soprano e clarinetto, Andrea Pandolfo alla tromba e flicorno, Pasquale Laino al sax alto e baritono, Riccardo Manzi, alle chitarre, bouzouki e voce, Andrea Avena al contrabbasso, Leonardo Cesari, alla batteria ed Eva Coen in veste di vocalist.  I KlezRoym lavorano sulle liriche e le melodie di Yankele Hershkowitz, cantore di strada, di Miriam Harel, membro di un’organizzazione giovanile, e di David Beygelman, direttore musicale del teatro della Casa della Cultura. La popolazione del ghetto, tenuta a lavorare per l’esercito tedesco, privata di qualsiasi rapporto con il mondo esterno, di cibo e libertà, nelle strade, presso le riunioni dei movimenti giovanili, sul lavoro, nella Casa della Cultura, ha trovato nella musica un modo per esprimersi, per eludere le censure, per mantenersi libera creando un mondo e un tempo che trascendesse e al contempo parlasse della realtà. Le canzoni, molte delle quali composte da Hershkowitz, erano frutto di creazioni originali o rielaborazioni di fonti prebelliche, attingevano alla tradizione klezmer, alla cultura ebraica dell’Europa dell’Est, accogliendo le influenze della musica zigana… erano proprio per questo famigliari, con i loro testi spesso in yiddish mantenevano un legame con le tradizioni, con le abitudini che riportavano ai giorni precedenti la guerra, anche se le liriche non rinunciavano a raccontare il presente. I KlezRoym le hanno raccolte continuando a farle brillare, mescolando il klezmer con le sonorità slave e mediterranee, la tradizione sefardita con il patrimonio musicale askenazita, la cultura gitana con il jazz. Il frutto di quest’armonia cercata tra sperimentazioni e memoria, nel flusso del tempo in cui passato e presente si incontrano nello slancio verso il tempo che deve venire,