Cancellazione delle “sperimentazioni” negli Istituti Superiori

Salvatore Ganci

Una interessante “Lettera a La Fisica nella Scuola” (periodico quadrimestrale dell’Associazione per l’Insegnamento della Fisica, propone alcune riflessioni sulla Legge 133/08 che cancella le cosiddette “sperimentazioni” negli Istituti Superiori. Secondo tale Lettera, tale Legge  ha ingenerato “una dequalificazione dell’offerta formativa” e verranno vanificate le “esigenze (?) delle famiglie presenti nel territorio …” . E’ sottolineata la rilevanza del “Liceo Scientifico Tecnologico” che (omissis) “ha portato a “… per più di 13 anni ai 60 giovani che, in media, vi si sono iscritti ogni anno, di conseguire una vasta e articolata preparazione in campo scientifico, che ha permesso loro di iscriversi e frequentare senza difficoltà i più ardui corsi di laurea (fisica, chimica, matematica, ingegneria meccanica,…) a carattere prettamente scientifico, come risulta dai dati relativi alle scelte post-diploma effettuate dagli studenti del liceo …” .Ripensavo al “retrivo” Liceo Scientifico (quasi tutto tradizionalissimo o con “minisperimentazioni” deliberate dal Collegio Docenti) in cui ho insegnato per oltre un quarto di secolo ed evito, per motivi di buon gusto, di citare eccellenti “dati relativi alle scelte post-diploma” dei nostri ex Studenti (ma soprattutto dei successi quadratici medi dei corsi di Laurea da questi scelti). Evitiamo pertanto (tutti) autoreferenze ed andiamo al concreto. Una Scuola dove un corpo  Docente lavora con serietà produce, di norma, studenti seri, la sperimentazione del Liceo Scientifico Tecnologico è sicuramente interessante e concreta, perché tenta di avvicinarsi per numero di ore del settore Scientifico agli standard europei (sacrificando però Filosofia e Latino e, sotto banco, tutto il settore umanistico). Si tratta, nella mia umile opinione, di chiederci: “ma non è che i nostri Studenti siano già troppo specializzati culturalmente ancora prima di scegliere un corso di Laurea?”. La scuola media superiore ha (o dovrebbe avere)  la funzione di essere propedeutica a qualunque corso di Laurea (stando alla legge che equipara tutti gli Istituti quinquennali). Ma è davvero così? Potrei opporre alle argomentazioni dell’Autore della Lettera, le risultanze di un test di “ignoranza” nel settore Fisico-Matematico riguardante 800 matricole di Ingegneria pubblicato (se non erro) su un vecchio fascicolo del “Giornale di Fisica” (1976) dal quale si evidenzia che non esistevano (nei valori quadratici medi) discrepanze sostanziali tra studenti provenienti dai Licei e dagli Istituti Tecnici, mentre le discrepanze (negative ed eclatanti) riguardavano le altre tipologie di Scuole Medie Superiori. Il mio ex Liceo (come tutti i Licei d’Italia) aveva buoni ed efficienti laboratori: la vera differenza (anche con altri Licei della stessa Regione) è che questi laboratori venivano usati sistematicamente (certo, solo a livello di esperienze d’aula per quanto riguarda la Fisica) ma erano usati da tutti i Docenti. La fortuna? Un ottimo Tecnico di Laboratorio. Sono stato commissario in innumerevoli esami di Maturità (quando nonostante le due materie, almeno due materie si studiavano bene) rimanendo sempre sorpreso dalla povertà di programmi svolti (specie in Fisica), dallo stato di degrado dei laboratori, dalla sensazione che gli studenti avessero visto poco o nulla della fenomenologia, che poco o nulla funzionasse … tranne il fatto che lo Studente esaminato, se pure ignorante (e talvolta non per sua colpa) , se guidato a ragionare, era spesso in grado di supplire con l’intelligenza e il buon “senso Fisico” alla povertà dei contenuti di un programma che non arrivava a mezza facciata di un foglio formato A4.  Sono stato una volta anche commissario nell’estremo Sud, dove la situazione trovata era ancora peggiore: si faticava anche a “comunicare”; ho, insomma, toccato con mano, in oltre un ventennio di esami,  la realtà concreta e variegata di una scuola dove tanti politici incompetenti hanno voluto mettere le mani e tanti “esperti esterni” proporre (o imporre) “sperimentazioni” velleitarie in 3 ore di lezione per classe, quando un mio collega polacco, negli anni 80,  si lamentava per le sue 9 ore. Forse era allora la ricetta del successo alle cosiddette “Olimpiadi della Fisica” dei paesi dell’Est?  Forse l’Inglese con cui si comunicava era rozzo e non ho capito bene? Forse da noi si vuole “obbligare” al Sapere tutti e altrove esistevano ancora scuole  finalizzate ad una seria e buona formazione professionale? Ma la Germania dell’Est non c’è più e anche la Polonia è cambiata e si è adeguata agli “standard europei”…Visto che la funzione Docente si esaurisce con l’attività didattica (e le funzioni connesse) e nessuno si ferma in Istituto per preparare qualche esperienza, essendo stati da sempre considerati “lavoratori a mezzo tempo e a mezzo stipendio”,  senza carriera e senza incentivi,  dove il “merito” non ha alcun valore o riconoscimento, suggerirei al Ministro di avere molta cura del denaro del contribuente, ma di non lesinare fondi per la formazione di ottimi Tecnici di Laboratorio e, soprattutto, di trattarli più da Tutor che da bidelli. Forse cadrebbe anche  qualche alibi dei Docenti nell’usare poco i laboratori …Comunque consoliamoci con una nota di ottimismo (che mi è stata richiesta): lo studente “bravo” riesce sempre e comunque (nonostante la scuola).