Nella scuola malata di bullismo, consulenti di macramè

 

Salvatore Ganci

Le notizie più ghiotte e istruttive passano sempre troppo veloci sul video per lasciare traccia. E’ un vero peccato: restando un attimo sbalorditi, si perdono poi i dettagli migliori. Nella scuola malata di scarsi finanziamenti, dove pressoché tutto il bilancio dell’Istruzione va a pagare gli stipendi, si pagano “consulenti” per insegnare il macramè.Ovviamente non sta a me valutare la valenza didattica di quest’arte particolare (i Collegi Docenti sono “sovrani” in merito alla “Didattica”), certo che quando si apprende che si pagano per queste attività “consulenti esterni” un sopracciglio si alza come quello del secondo Ufficiale Dr. Spock. Quando poi si apprende (cifre fornite velocemente sul video) che il rapporto tra il numero di bidelli operanti nelle nostre scuole e il numero dei carabinieri in servizio è di 3 a 2, si alza anche il sopracciglio restante e si rimane anche con un po’ di bocca aperta quando si apprende che le pulizie dell’Istituto vengono affidate anche ad imprese di pulizia esterna.La boccuccia si foggia ancora di più nello stupore quando si pensa che in certe realtà è fortemente sconsigliabile uscire da sera (e a volte di giorno), dove all’uscita di una scuola media un genitore picchia senza complimenti un ragazzino, compagno di banco del figlio, senza che ci sia un docente di sorveglianza all’uscita o uno dei sovrabbondanti bidelli (ho capito male la cifra di 156000 bidelli contro circa 100000 carabinieri?). Sul video, anche il volto (ovviamente reso non riconoscibile) di un docente del sud che gridava (quasi supplicando) di stare quieti e forse ripreso con il solito videotelefonino da qualche studente. Ma forse qualcosa non funziona? Ma siamo sicuri che nelle nostre mai bastanti scuole operatori e studenti abbiano consapevolezza dei rispettivi ruoli? E con tanti sprechi e fenomeni umani in cui la devianza sta diventando normalità, i Consigli d’Istituto sborsano consulenze per il macramè e non per dotarsi di un Esperto che ascolti (e guidi) docenti sull’orlo della nevrosi e studenti privi della più elementare nozione di “civile convivenza” che, evidentemente, non hanno appreso dalle loro famiglie. Coloro che svolgono un lavoro delicato nella Scuola, coloro per i quali non è richiesto eccessivo sforzo per ricevere del male da genitori sempre all’attacco e studenti che costituiscono solo braccia tolte al Primario (così in crisi da noi) non avrebbero più diritto di un supporto loro dedicato che essere chiamati a votare sulla validità didattica del macramè?