Salerno: Coldiretti “Frutta in guscio”
La Coldiretti di Salerno parteciperà al simposio universitario organizzato dall’Osservatorio Appennino Meridionale, al via domani 7 maggio, presso l’Università degli Studi di Fisciano sul tema della frutta in guscio. Nocciolo, castagno e noce saranno le colture oggetto di analisi e di studio in una due giorni particolarmente densa di interventi e relazioni da parte di studiosi del settore che tracceranno affronteranno le problematiche del settore sia dal punto di vista della tecnica agronomica che dell’impatto economico del comparto.La frutta in guscio in provincia di Salerno riveste una particolare importanza economica anche grazie alla Tonda di Giffoni, un IGP particolarmente rinomato per le sue caratteristiche organolettiche e di dimensioni. In provincia di Salerno, nei 12 comuni in cui ricade la coltivazione della Tonda di Giffoni oltre il 25% della Superficie Agricola Utilizzata è coltivata a nocciolo, un frutto il cui 40% del contenuto lipidico è costituito da acidi grassi monoinsaturi (contro il 10% delle noci secche); ciò risulta particolarmente importante dal punto di vista nutrizionale e fisiologico, in quanto è stato ampiamente dimostrato che una dieta ricca in acidi grassi moninsaturi (come l’acido oleico, meglio conosciuto come l’acido grasso dell’olio di oliva ) contribuisce a mantenere il cosiddetto “colesterolo cattivo” a bassi livelli nel circolo sanguigno, con effetti pretettivi nei confronti dell’aterosclerosi e delle malattie cardiovascolari. Dal punto di vista economico l’Italia – afferma Pietro Caggiano presidente Coldiretti Salerno– è il principale importatore europeo di nocciole turche dopo la Germania. Le nocciole – spiega Caggiano – vengono utilizzate sopratutto come ingredienti degli alimenti (creme, cioccolata, gelati e dolci vari) e per questo al consumatore europeo resta sconosciuta la provenienza dei prodotti che acquista. Di fronte all’aumento dei rischi sanitari è immediatamente necessario – sostiene Caggiano – rendere obbligatoria l’origine dei prodotti agricoli impiegati in tutti gli alimenti per consentire scelte di acquisto consapevoli ma anche interventi rapidi in caso i problemi per la salute per il ritiro dei prodotti contaminati dal mercato. Ma la pregiata nocciola “Made in Campania” – conclude Caggiano- rischia di scomparire schiacciata dalla sleale concorrenza dei Paesi terzi, agevolati non solo da minori costi di produzione, ma da vincoli e controlli inadeguati, specialmente in campo sanitario.